domenica 25 marzo 2012

MI PIACE...

Mi piace ridere, ridere fino a quando perdo completamente il controllo di me stessa e sento che magicamente la mia testa si è liberata di qualsiasi pensiero. Ridere, fino a sentire gli addominali che piano piano iniziano a far male senza che io abbia compiuto il minimo sforzo. Mi piacciono quelle giornate calde e avvolgenti, in cui il sole sembra non voler riposare e la luce è così brillante e limpida che riesce a rendere ogni cosa, anche la più piccola, molto più bella.


Mi piacciono però anche le serate, quelli notti in cui "la macchina è calda e dove ti porta lo decide lei" come dice il Liga, quelle notti in cui mi sento circondata da persone che mi vogliono veramente bene, quelle persone che ci tengono più che mai a condividere con me un pezzo di vita. Mi piace ballare, sentire la musica che mi pulsa nelle vene, avere la sensazione che il corpo si muova in perfetta sincronia con le note, come se elementi così diversi fossero riusciti ad amalgamarsi. 


Mi piace abbuffarmi con un barattolo di Nutella, mangiarla come se non ci fosse un domani, mi piace gustarmi la pizza di mamma sabato sera, dimenticandomi per qualche minuto di qualsiasi centimetro di pelle in più. Mi piace stare al fianco di un'amica, un'amica vera, confidarmi, parlare e ascoltare. Mi piace sapere che qualcuno ha bisogno di me, mi piace sapere che mi cerca, mi piace sapere che vuole un mio consiglio. Mi piace abbracciare, stringere una persona così forte da non percepire più la distanza di due corpi, ma l'unione di due anime.


Mi piace intraprendere nuove strade, veder lentamente crescere un mio progetto, gustare i frutti che dopo tanti sacrifici mi regala. Mi piace concedermi qualche piccolo sfizio, fantasticare per tanto tempo davanti ad una vetrina e tutto ad un tratto ammirare l'oggetto tanto desiderato comodamente da casa. Mi piace leggere, prendere un libro, sentire il contatto con la carta, sfogliare personalmente ogni singola pagina, immedesimarmi in uno dei personaggi e vivere man mano tutta l'evoluzione delle varie emozioni. Mi piace immortalare i momenti più belli in una fotografia, riprenderla a distanza di anni e rivivere nella testa le stesse sensazioni, guardarla e capire cosa è cambiato, cosa è rimasto. 


Mi piace il rosa, mi piacciono le scarpe, i trucchi e i profumi, tutto ciò che rende una Donna ancora più Donna.


Mi piacciono i compleanni, l'allegria che portano, la festa, la torta e tutte quelle candeline che per un attimo mi fanno fantasticare tra i mille sogni che vorrei si avverassero. 


Mi piace il mare, il suo sostare leggero e elegante, la sua aria pulita e piena di libertà.


Mi piace viaggiare, vedere posti nuovi, conoscere persone con diversa cultura e diversi modi di vedere il mondo, diversi stili di vita e diversi modi di viverla. Mi piace tenere la bocca chiusa e scrivere, lasciare che tutte le parole che vagano freneticamente nella mia testa riescano a trovare un'ordine nell'accoglienza di un foglio di carta. Mi piace vivere, senza limitarmi a osservare passivamente la vita degli altri.

venerdì 23 marzo 2012

BORCHIE: CHE PASSIONE!

Si dice che riuscire a smuoversi da una propria convinzione sia segno di intelligenza, ecco perchè il peso dell'incoerenza si fa meno sentire se penso al fatto che nell'ultimo anno ho drasticamente cambiato opinione riguardo ad un elemento che ultimamente sta letteralmente spopolando nel campo della Moda. Prima pensando alle borchie non facevano che vagare nella mia testa immagini di look un po' troppo rock e un po' troppo emo, ed essendo io una abbastanza classica, soprattutto nel vestire, non riuscivo a capire cosa le persone trovassero di bello in un elemento così eccentrico. Ora, invece, sono continuamente pervasa dalla voglia di aggiungere quel tocco particolare e un po' "duro" alle mie giornate. Penso che per coloro che come me non sono abituate ad osare, il primo elemento a cui lasciare un posto nel proprio armadio sia indubbiamente la scarpa borchiata. Il modello che meglio si presta a questa trasformazione è la Converse: linea semplice, colori base, effetto elegante e allo stesso tempo particolare. E' possibile crearle "fai-da-te", scegliendo e applicando personalmente il tipo di borchia preferito, ma in giro ci sono anche molti negozi alternativi che fanno questo lavoro a prezzi ragionevoli. 



Ho inoltre scoperto da poco un marchio tutto italiano, Gienchi, che crea scarpe borchiate molto particolari e adattabili a qualsiasi tipo di look (o quasi). In questo caso il prezzo è decisamente più alto, ma per chi volesse togliersi uno sfizio andare a dare un'occhiata a questa linea è veramente d'obbligo. 


Continuando a parlare delle nostre amiche borchie, ammetto che ciò che più mi affascina è che ovunque si posino, riescono a garantire un effetto particolare e ricercato, ma mai volgare. C'è chi ama vederle sulla propria borsa, sfoggiandole con disinvoltura sotto il proprio braccio.



C'è chi ama applicarle sul chiodo in pelle, per un rendere un capo già rock ancora più rock. 


Le più chic invece ci decorano il proprio candido trench, donandogli un aspetto più "vissuto" e sportivo. 


Sarà invece moda dell'estate che stiamo impazientemente aspettando il pantaloncino sfilacciato ai bordi con applicate le nostre piccole amiche. Sono già state proposte molte varianti: da quello colorato e più insolito, al più classico, in denim blu. 




La caratteristica che a mio parere rende quindi le borchie vincenti è sicuramente la loro versatilità. Oltre a poter essere adattate a qualsiasi tipo di capo, possono anche essere adattate a qualsiasi tipo di personalità, dalla ragazza più elegante e raffinata a quella più sportiva o aggressiva. Straordinario come un elemento della moda, nel suo piccolo, possa unire tutti.

lunedì 19 marzo 2012

FASHION ICON: CHARLOTTE CASIRAGHI

A guardarla sembra appena uscita da uno di quei film degli anni '50, in bianco e nero: elegante, posata e così perfetta con il suo nasino all'insù e gli occhioni azzurri. Basta poi vederla ad un evento per poterla catapultare subito nel nuovo millennio, facendole incarnare una moderna principessa glam rock. Pensandoci bene questo compito non è così difficile per una che vanta una nonna come Grace Kelly e una mamma come Carolina di Monaco. Ed è proprio di Charlotte Casiraghi che sto parlando, bellezza di altri tempi che racchiude al suo interno un indissolubile legame tra passato e presente, classicità e invidiabile freschezza.


Questi sono elementi che indubbiamente si riflettono anche sul suo modo di vestire, sempre impeccabile e curato, ma mai esagerato o eccentrico. Penso piuttosto che il segreto delle sue scelte azzeccate risieda nella genuina e a tratti invidiabile semplicità. Durante il tempo libero il suo look è veramente essenziale. Ecco che si fanno largo sul filiforme corpo della bella ventiseienne jeans, giacche in pelle, camicie, semplici magliettine monocolore a maniche corte, maglioncini dallo scollo tondo, ballerine o scarpe da ginnastica. E ciò che forse sorprende di più è che la maggior parte di questi capi arrivano direttamente da negozi low-cost come Zara e H&M e non dalle grandi firme, come si potrebbe pensare vista l'origine nobile di Charlotte. L'unico elemento che rimanda a prezzi decisamente più alti è solitamente la borsa. Nell'armadio regale non sembrano infatti mancare svariati modelli di Chanel, Hermès , Dior, ma anche di marchi italiani, come Prada o Gucci.




Proprio quest'ultima Casa di moda tutta legata al tricolore ha scelto Charlotte come testimonial per la prossima campagna pubblicitaria. Tra fieno e foulards la vedremo ammiccare mantenendo sempre una certa sobrietà davanti all'obbiettivo e c'è da dire che con un viso come il suo il successo è assicurato.



Come anticipato prima, la caratteristica che preferisco della nostra principessa è che durante gli eventi importanti riesce davvero a dare il meglio di sè, aggiungendo ad un look essenzialmente classico quel tocco stravagante che lo rende frizzante e al passo con i tempi, un vero e proprio mix esplosivo. I capelli naturali lasciano spazio ad un morbido chignon, il volto acqua e sapone viene definito da ombretti dai colori decisi, tacchi vertiginosi sostituiscono le ballerine e abitini mettono in mostra delle gambe invidiabili. In tutto questo, mai un elemento che possa anche minimamente ricondurre alla volgarità. Sembra scontata quest'ultima cosa, ma non lo è così tanto pensando a certi "disastri della moda" che alcune celebrità propongono ultimamente. E parlando personalmente, ad una ostentata mostra di seni e parti intime, preferisco l'innata eleganza e sobrietà di una che, prima di essere nobile di famiglia, è nobile d'animo. Chapeau Charlotte!







domenica 18 marzo 2012

H&M: CONSIGLI PER L'USO

Se c’è una cosa che ho capito in 19 anni di vita, è che non c’è niente che possa frenare l’innata voglia di shopping che una donna ha.


Sarà che ci rilassa, sarà che dopo aver fatto acquisti assumiamo un’espressione ebetale del tipo “sto bene e nessuno può fermarmi”, sarà che quell’ignoto che accompagna il tragitto casa-negozio rappresenta una vera e propria carica naturale. E una piacevole conferma di questa mia stravagante teoria l’ho riscontrata dal fatto che nonostante questo periodo di crisi, ogni donna un piccolo regalino per sé e per il proprio armadio già pieno di capi, lo prende sempre. E sapete di chi è il merito? Ecco che entrano in scena le grandi catene di negozi, una su tutte H&M.



Vestiti e accessori decisamente al passo con la Moda e prezzi sicuramente convenienti. Fino a qui tutto bene, sembrerebbe. E dico sembrerebbe perché quel negozio pieno di capi così colorati, così particolari e così allettanti, in realtà nasconde non poche insidie. Ho dedicato anni e intense e faticose giornate di shopping allo studio di quella giungla della moda, ma alla fine sono riuscita a stilare una piccola guida semi-seria per orientarsi e uscire dal negozio con un bel sorriso stampato in faccia. Ecco qua, i miei capisaldi:
_ MAI, e ripeto MAI, lasciare o appoggiare il capo scelto in qualche angolo del negozio. Ricordatevi che dentro ci sono altre cacciatrici come voi, che con la furbizia di una volpe e la vista degna di un falco sono pronte a soffiarvi qualsiasi cosa da sotto il naso.
_ Se vedete una cosa che vi piace, non lasciatevi pervadere dall’insicurezza o dall’indecisione: prendetela. Ciò che trovate quel giorno da H&M, state certe che il giorno dopo non ci sarà già più o perlomeno mancherà la vostra taglia. Non voglio sembrare il gufo del malaugurio o una ragazza cinica e pessimista, mi sto limitando a esporvi la reale conclusione dopo anni di delusioni. Provare per credere!
_Lo vedete, è Lui, vi piace, praticamente il capo dei vostri i sogni, come se fosse appena uscito in tutta la sua bellezza dalla vostra testa. Lo prendete, sicure e entusiaste e vi dirigete verso le casse.. è proprio in questo momento che spero che vi vengano in mente le mie parole: “PROVALO”. L’effetto  che fa appeso e che subito si fa largo nella vostra immaginazione, non è lo stesso che vedrete indossandolo davanti ad un decisamente poco generoso specchio.
_Consiglio opposto. Vedete un capo e c’è qualcosa che non vi convince. Colore troppo acceso, materiale non piacevole al tatto, modello mai visto prima. Sù, un po’ di flessibilità, dategli un’opportunità. Ricordatevi che l’acquisto migliore è sempre quello più inaspettato.
_Ignorate le luci ma soprattutto lo specchio dei camerini, ha mandato in crisi migliaia di autostime. Ho sempre sostenuto che H&M dovrebbe rimborsare le successive sedute dallo psicologo.
_Se abitate in una grande città, non fermatevi al primo punto vendita, ma girateli tutti. E’ vero che la fortuna è cieca, ma se si vuole avere una giornata di shopping soddisfacente va anche un pochino aiutata.

Ultimo, ma non meno importante..

-Le casse del reparto bambini sono sempre vuote!





mercoledì 14 marzo 2012

UNA VITA IN SEI LETTERE

E’ forse una delle prime parole che impariamo a pronunciare, eppure, man mano che il tempo passa e noi cresciamo, facciamo sempre più fatica a dirla. Grazie. Semplice, breve, essenziale, ma così ricca di valore. Non servono grandi frasi, eterni monologhi o banali modi di dire, basta Lei, sola e fiera. E poi, pensandoci bene, i motivi per ringraziare sono tanti. Un grazie va a chi ci ha cresciuti o è cresciuto con noi, a chi ha imparato a conoscerci a tuttotondo. Grazie a chi riesce a sopportare i nostri difetti, a chi riesce addirittura ad amarli. Grazie a chi ci vuole bene e ce lo dimostra a modo suo, grazie a chi è sempre al nostro fianco nonostante qualche piccola incomprensione. 


Ma grazie anche a chi ci vuole male, perché con qualche cattiveria forse ci ha permesso di capire un po’ di più come gira il mondo. Grazie a chi ci accompagna nelle nostre serate, a chi ci fa sfoggiare quel sorriso smagliante e spensierato, a chi ci fa ridere a crepapelle facendoci dimenticare per un momento del resto del mondo.

  
Grazie a chi ci ha fatto imparare dai nostri errori, a chi ci ha detto di perseverare nonostante gli apparenti mille ostacoli. Grazie a chi da credito alle nostre piccole idee folli, a chi ci sprona a dare il meglio. Grazie a coloro di cui abbiamo bisogno, ma grazie anche a chi ha bisogno di noi, perché nella vita non è importante solo avere un pilastro solido e sicuro, è importante anche esserlo per qualcuno. Grazie a chi sa sorprenderci con il gesto più banale, grazie a chi non è mai scontato. Grazie a chi non sa dirci di no, perché ci vizia con la sua bontà, ma grazie anche a chi ci nega tante cose, perché in fondo ci insegna pian piano a dare il giusto valore a tutto. Grazie a chi ha con noi un indiscutibile legame di sangue, ma grazie soprattutto a chi nonostante la mancata parentela è diventato un compagno insostituibile e imparagonabile delle nostre giornate. A chi si è guadagnato un posto in ogni nostro ricordo, a chi si sta facendo lentamente conoscere, a chi ci pensa nonostante chilometri e chilometri di distanza. Grazie. Grazie per ogni regalo, ogni frase, ogni messaggio, ogni piccolo gesto inaspettato e sincero. Grazie a chi ha imparato a capire i nostri ragionamenti spesso contorti, grazie anche a chi ci ha permesso di vedere il mondo sotto un’ottica del tutto diversa e decisamente lontana dai nostri abituali schemi. Ogni sorriso, ogni parola non detta, ogni lacrima, ogni nuova scoperta, ogni giornata spensierata, ogni chiarimento, ogni scusa, ogni voglia di mettere da parte l’orgoglio almeno per una volta. Il ricordo di quella cioccolata calda bevuta tra una chiacchera e una confidenza, dell’attimo accanto all’amica del cuore, in cui non esisteva niente al di fuori della nudità dei propri sentimenti, del sorriso di un genitore, che ti guarda con orgoglio.



Non c’è niente nella vita che non valga quelle sei lettere. 

martedì 13 marzo 2012

THE AMERICAN DREAM

Migliaia. Migliaia e migliaia di italiani a partire dagli anni '60 decisero che il proprio Paese era diventato un po' troppo stretto. Ed ecco subito porsi in netta contrapposizione l'America, un sogno lungo un oceano o forse di più. Quell'America dove si respira aria di libertà, dove tutti i sogni sono realizzabili, dove c'è un futuro, dove la diversità diventa unicità, dove la stravaganza è piacevole espressione del proprio essere,  dove tutto ciò che viene creato è oro, dove l'orizzonte sembra così lontano che la speranza riempie il cuore. E diciamocela tutta, l'amore per questa terra così ricca ci appartiene ancora, ora come non mai. Nonostante l'alimentazione sia discutibile, il bullismo nelle scuole stia proliferando e i giovani siano un po' allo sbaraglio (come spesso ci dimostrano i programmi di MTV), l'America sembra rappresentare una vera e propria calamita naturale. Si innesca un'attrazione così forte e coinvolgente che è impossibile non ascoltarla. Tutti sogniamo di andarci almeno una volta. Anche solo per il gusto di berci mentre camminiamo in una strada caratteristica il nostro cappuccino nel bicchierone di Starbucks, di vedere artisti che si esibiscono con il solo aiuto della propria arte su un marciapiede, di lasciarci affascinare dalle mille luci che decorano i maestosi grattacieli, di prendere la metropolitana di prima mattina, quando la città si sta già freneticamente svegliando. Ci piace quella musica ritmata e coinvolgente nata nei suoi quartieri meno prestigiosi, ci piace lo stile americano, un po' sportivo un po' elegante, ci piace quel modo di fare tipico dei suoi abitanti, socievole e simpatico. Rimaniamo incantati dalle loro città sempre vive, da quelle scene reali che inconsapevolmente ci ricordano gli attimi di qualche film. E' bello gustarsi un hot-dog su una panchina di Central park, andare a vedere quelle vetrine che avevamo visto solo nelle nostre trasmissioni preferite, festeggiare i famosi "sweet sixteen" come solo loro sanno fare. Ci piace la costa, ci piace il centro, ci piace tutto ciò che è stato investito da quell'insieme logico di stelle e strisce. E, udite udite, quest'anno la moda sembra essersi unita al coro di questo amore oltreoceano. Ormai è possibile trovare la bandiera americana un po' ovunque: Maglie, pantaloncini, borse, maglioni. Persino il famoso marchio di scarpe, Converse, ha deciso di celebrare gli USA decorando con stelle e strisce il modello classico delle sue scarpe da tennis. Ci sono poi le sciarpe, le fasce per i capelli, ma anche accessori, come cover per i telefonini, coperte, penne e astucci. Perchè non esiste occasione sbagliata per mostrare il proprio amore per questa potenza mondiale. Non dimentichiamoci però del nostro Bel Paese, perchè come cantava l'irriverente Carosone "Tu vuo fa l'americano, ma si nato in Italy!". Un po' di spirito patriottico e un po' di gratitudine verso un Paese bello e particolare come l'Italia, non fanno mai male.










giovedì 8 marzo 2012

STILE DANDY E GUARDAROBA MASCHILE: LA DONNA SECONDA MIUCCIA

Una musica dalle note orientaleggianti ha accompagnato la sfilata autunno/inverno 2012-2013 di miu miu, così come orientaleggianti erano le decorazioni sui volti delle seriose modelle. Miuccia per la prossima stagione sembra essersi catapultata direttamente negli anni '70. Giacche oversize, pantaloni morbidi, a vita alta e che lasciano intravedere la caviglia, camicie in seta, tanti foulards. Un look di ispirazione dandy rubato direttamente dal guardaroba maschile, per una donna sicura di sè che non necessita di mostrare le gambe per esprimere la sua prorompente femminilità. Cappotti rigidi e eleganti, un po' larghi un po' a mantella. Molte stampe dalle forme spezzate e geometriche, ma anche molte stampe stile barocco, eccentriche e sfarzose. In questo tripudio di semplicità e essenzialità l'unico tratto in cui si osa di più sono i colori. Fucsia, varie sfumature di verde, lilla, rosso mattone: indubbiamente tonalità che non passano inosservate. Ai piedi mocassini maschili e in pelle, ma anche tronchetti dai tacchi vertiginosi, plateu e tanti stivali. Come sempre l'irriverente  sorellina di Prada ha fatto sfilare sulla passerella anche abiti. Molto rigidi, corti e scuri. Illuminati però da cascate di applicazioni: paillettes, specchietti, sagome dalle forme caledoscopiche. Grandi assenti, inaspettamente pensando alle vecchie proposte della stilista, le gonne. Nella prossima stagione la donna giocherà solamente sul contrasto corpo femminile-capi maschili. Lo si può notare dall'accessorio dominante, la cravatta, dalle curve nascoste dentro maglie di qualche taglia più grande, dalle borse piccole e rigide. E come ha ammesso la stessa Miuccia, fasciata nel suo elegantissimo tailleur nero: "Ho cercato di abbigliarle con quegli abiti che gli uomini avrebbero sempre voluto indossare, senza mai poterselo permettere davvero". L'acuta lungimiranza di una che, prima di essere una grande stilista, dimostra di essere una grande donna.

Ecco alcuni estratti direttamente dalla passerella:







martedì 6 marzo 2012

MODA E CINEMA: L'ARTE DELL'UNIRSI

Possono due arti, complete e fiere nella loro perfezione, incontrarsi e iniziare un cammino all'unisono? La risposta è affermativa. Ed è proprio ciò che è successo inaspettatamente al Cinema e alla Moda. Accostarli, anche se solo in una frase, può sembrare un'assurdità. Eppure il frutto che hanno generato, anzi, i frutti che hanno generato e che si spera continueranno a generare, sono unici, originali e bellissimi nelle loro particolarità. Ciò che più stupisce però è che la loro particolarità risiede molto spesso nella pura semplicità. La Moda nel Cinema. Due colossi che invece che farsi concorrenza, collaborano per dare un intreccio logico e stupefacente di fama e tendenze. Era il 1961 quando una giovane Audrey Hepburn interpretava l'estroversa e irriverente Holly nel celebre "Colazione da Tiffany". Indimenticabile è la scena della fascinosa attrice, posta davanti alle vetrine del noto negozio, fasciata in tutta la sua bellezza in un tubino nero. Eccolo. Il tubino nero. Linee essenziali, colore sempre usato ma mai banale, taglio semplice. Da lì ogni donna ha desiderato di avere nel proprio armadio quel capo, un vero e proprio passepartout indispensabile. Talmente indispensabile che, con qualche ritocco e dopo aver racchiuso in sè un intimo legame tra classico e e moderno, è arrivato fino ai giorni nostri. Sarà che sta bene a tutte, sarà che dona un'eleganza particolare, sarà che quando un capo entra di diritto nell'olimpo della Moda non ne esce facilmente.


1978. I giovani si scatenano al suono della febbre del sabato sera e arriva nei cinema uno di quei film che farà storia: Grease. Come dimenticare la dolce Sandy e l'irriverente Danny? Lei, tutta bon-ton. Con le sue gonne a vita alta e a pieghe, con i suoi fiocchi, con i suoi maglioncini color pastello, con i suoi calzini bianchi timidamente adagiati sulle caviglie, con le sue mary jane ai piedi. Lui. Con i suoi denim aderenti, con le sue scarpe di pelle nere, con i suoi capelli ingelatinati, con il suo immancabile chiodo. Un po' classico un po' rock, in pelle morbida, colore scuro. Un vero e proprio evergreen nel mondo dei vestiti. 



E da qui si continua a passo di danza approdando direttamente negli anni '80. Una morettina tutta pepe, Alex, incarna la protagonista di "Flashdance". Con un body scuro e scosciato, degli scaldamuscoli liberamente adagiati e i capelli al vento, ha incantato i giudici e gli spettatori. Ed è noto che quel decennio in quanto tutine, indumenti aderenti e sportivi, ha dettato legge. Un tripudio di colori, un tripudio di eccentricità. 


Come dimenticare poi "Pulp fiction"? E' il 1994 quando una bellissima quanto conturbante Uma Thurman si presenta al grande schermo con caschetto, camicia bianca morbida e dall'effetto vedo-non-vedo e pantaloni semplici neri. Forse uno dei capitoli più sexy del cinema mondiale. E probabilmente anche uno dei look più imitati. Semplice, efficace, estremamente femminile e provocante.


Con l'avvento del nuovo millennio c'è stato un ulteriore passaggio di questo connubio. Non è più il Cinema a sfornare Moda, ma i due si fondono completamente. Ecco che Valentino produce un intero film sulla propria vita da stilista e da amatore del bello. Vediamo disegnare vestiti, vediamo creare vestiti, li vediamo sfilare in tutta la loro maestosità. "Il diavolo veste Prada" invece, oltre a mostrarci la moda in tutta la sua bellezza, ci mostra cosa significa lavorarci, cosa significa esserci dentro, cosa significa vivere per Lei. Tanti sacrifici e tante porte in faccia per accedere ad un mondo così sfavillante. E' proprio il caso di dirlo. Moda e Cinema. Due mondi così diversi, due mondi così simili. Due mondi così segretamente e intimamente legati che, sono sicura, continueranno a dare risultati sorprendenti nel tempo.