giovedì 9 febbraio 2012

PIZZO: LA LOLITA DEI TESSUTI

Dapprima lo trovavamo solo al centro dei tavolini di legno antico delle nostre nonne. Poi si è fatto largo nel mondo dell'intimo femminile fasciando le curve di ogni donna. Adesso lo troviamo in vestiti, pantaloni, gonne, ma anche scarpe, borse e gioielli. Dobbiamo ammettere che il signor pizzo non è di certo un tipo a cui piace rimanere nell'ombra! E' stato tanto amato nella scorsa stagione e state tranquille che i capi potranno essere riutilizzati anche nella prossima perchè è davvero intramontabile. Il bello di questo tessuto a mio parere è la sua ambiguità. Da una parte ricorda una donna forte e sicura di sè, che ama sedurre e farsi guardare. Dall'altra può essere esemplificato come l'immagine di una donna pura, candida, quasi angelica. Proprio a causa di questa sua doppia valenza mi piace definirlo la "Lolita" dei tessuti. Come la protagonista dell'omonimo libro, il pizzo incarna una bambina maliziosa. Ne esistono di vari tipi: si va da quello più leggero e velato, al modello più spesso e elaborato, il cosiddetto macramè. Qualunque sia il tipo di lavorazione, il pizzo rimane un mix di romanticismo e femminilità racchiuso nell'intreccio di fili elaborati. Il capo con il quale il nostro tessuto si è amalgamato meglio è indubbiamente il vestito. Che sia corto, lungo, aderente, morbido, smanicato o con le maniche a tre quarti rimane comunque una vera e propria arma di seduzione. Evidenza le forme senza metterle in mostra, gioca con il "vedo non vedo" della pelle e dona un tocco di classe. Tant'è che Dolce e Gabbana gli ha dedicato un'intera collezione. Intramontabile è l'immagine della sexy e burrosa Scarlett Johannson, musa dei due stilisti, che fasciata in un tubino  di pizzo nero pubblicizza il profumo del celebre marchio. C'è da dire che il colore nero risulta particolarmente seducente, infatti oltre ad evocare la notte, evoca l'immagine di una donna femme fatale, sfrontata e ammaliatrice. Per chi non amasse provocare la scelta rimane ampia. Rosa, viola, rosso, verde, azzurro. Un mix di colori mirati ad esaltare eleganza e femminilità. In netta contrapposizione al nero poniamo il bianco. Colei che sceglie il pizzo bianco è l'eterna romantica: una donna bon-ton che si diverte ad evocare il candore di una bambina. Come accennato prima non troveremo il pizzo solo nei vestiti. Must-have dell'estate 2012 sarà il pantaloncino macramè. Ammettiamolo, una vera ancora di salvezza. Infatti non solo lo potremo usare per delle tranquille passeggiate alla luce del sole, ma sarà anche riutilizzabile per delle serate eleganti. Basta aggiungere un bel tacco, una maglia elegante e l'accessorio giusto ed il gioco è fatto. Anche le scarpe si adatteranno a questa ondata di femminilità: dai plateu, ai tacchi, alle ballerine sarà un tripudio di merletti e applicazioni. Arriveranno poi gli accessori, immancabili amici delle donne. Borse lavorate a mano, ma anche orecchini grandi e vistosi che ricordano i centrini delle nonne e cerchietti che daranno un tocco chic anche alla chioma più indisciplinata. La regola fondamentale è sola una: MAI mischiare più elementi in pizzo. L'effetto sarebbe decisamente pesante e poco elegante. Partire quindi da un elemento e sdrammatizzare con il resto dei capi. Perchè si sa, il troppo stroppia, quindi è sempre meglio mixare capi di diversa natura ma che insieme risultano vincenti. E' proprio il caso di dirlo: che tu sia un'eterna seduttrice o un'inguaribile romantica, il pizzo nell'armadio non può mancare.







martedì 7 febbraio 2012

MA CHI LO METTE?

Spesso guardando le sfilate rimaniamo completamente incantate dalle stravaganti forme delle scarpe, dai tacchi vertiginosi, dai cappelli eccentrici, dalle gonne immense, dalle scollature profonde e dai tessuti che lasciano davvero poco all'immaginazione. E altrettanto spesso la domanda che ci sorge spontanea è: "ma chi indosserebbe quelle cose?". Come punto di partenza dobbiamo prendere in considerazione i personaggi famosi. Sono proprio attrici, modelle e cantanti che presentandosi ad eventi importanti o serate di gala decidono di scegliere il loro abito direttamente dalle passerelle, come se fossero un grande armadio. Vi sono poi persone eccentriche e dal portafoglio decisamente "a fisarmonica", che non temono di esporsi troppo e quindi si aggirano tra le strade delle città con capi che non passano inosservati. Le donne russe e arabe si contendono questo primato, considerando anche il fatto che i loro Paesi in fatto di moda sono gli acquirenti più prestigiosi. Bisogna però mettere in evidenza che sia le donne di fama mondiale, sia quelle che si possono permettere di spendere così tanto in vestiti, sono una netta minoranza. Quale motivazione spinge allora gli stilisti di ogni Paese a creare abiti così particolari e così lontani dalla vita di tutti i giorni? Penso che la risposta a questa domanda vada ricercata nel significato della parola "moda". Non servono ne dizionari, ne grandi riflessioni, perchè l'unica spiegazione plausibile che possiamo dare è che la moda è arte. Gli stilisti sono geniali moderni artisti. Viaggiano, girano il mondo e si lasciano ispirare da ciò che vedono. Si nutrono di persone, di usanze, di tradizioni, di cultura. E i tessuti diventano la loro tela personale. Tagliano, cuciono, aggiungono, modellano. E' tutto un processo di trasformazione e il mezzo che lo porta avanti è l'espressione dell'essere dello stilista. Non ci sono regole, non ci sono limiti. La creatività è libera di ramificarsi in tutte le sue forme. In questo modo la sfilata, che non è altro che il punto di approdo, è l'esemplificazione di una grande mostra. Le modelle fanno sfilare le opere, che sono le uniche, vere, protagoniste di quei pochi minuti. E lo scopo è quello di stupire. Chi osserva, chi vede le foto, deve rimanere completamente incantato. L'atmosfera diventa magica, la natura si fonde con la modernità e i capi hanno il compito di lasciare il pubblico a bocca aperta. Solo in questo modo entreranno a far parte di un eterno ricordo e viaggeranno attraverso il tempo arrivando direttamente nel futuro. E non dimentichiamoci che la moda per avere successo deve essere strettamente legata alla cultura. Perchè la cultura è vita. La cultura è tradizione. La cultura è patrimonio dell'umanità.

Vi lascio ora ad alcune foto delle sfilate primavera/estate 2012







domenica 5 febbraio 2012

SMALTO, CHE PASSIONE!

E se vi dicessi che anche le donne della Cina del 3000 a.c. erano alla moda? Non prendetemi per pazza. E devo ammettere che mi sono stupita anch'io quando ho scoperto che si deve tornare così tanto indietro nel tempo per ricercare i primi germogli di un prodotto che oggi noi donne amiamo particolarmente. Ebbene sì, sto parlando dello smalto. Come ho già anticipato l'arte del dipingersi le unghie nasce in Cina migliaia di anni fa. Venivano utilizzati principalmente dei colori laccati, prodotti da una miscela fatta di gomma arabica, albume d'uovo, gelatina e c'era d'api. Come risulta facilmente intuibile anche le donne egizie non vollero essere da meno e così decisero di utilizzare l'hennèe per donare un aspetto diverso e più curato alla propria mano. In entrambi casi il colore variava da un rosso accesso ad una tonalità di rosso più scura, mattone. Bisogna adesso fare un grande salto nel tempo e approdare direttamente nel XIX secolo per trovare le successive fonti. Risulta infatti che in quest'epoca fosse radicato l'uso di tingere le unghie con un panno imbevuto di oli rossi profumati. Da qui una (relativamente) veloce evoluzione in salita. Vennero inventate creme, polveri colorate e persino un prodotto specifico, chiamato Graf's Hyglo. La grande spinta finale però arriva solo in tempi recenti. Infatti quando nel 1920 venne inventata la vernice per le carrozzerie delle automobili, la signora Michelle Menard pensò astutamente che un composto simile potesse essere applicato anche sulle mani delicate delle donne. Ed ecco che approda in ogni casa il nostro amato smalto. Bisogna ammettere che oggi siamo fortunate, perchè possiamo scegliere tra una vasta gamma di colori. Si va dal rosso al nero, dal rosa al verde, tutto all'insegna della creatività e della voglia di divertirsi. Il bello di tutto questo è che ormai lo smalto non è più un elemento secondario da abbinare necessariamente al vestito o alla scarpa, ma è lui stesso un protagonista! Per questo il consiglio che mi sento di dare è di OSARE! I colori più gettonati in questo periodo sono indubbiamente il verde militare e il nero. Colori scuri, adattabili con tutto e che sicuramente non passano inosservati. Per le eterne romantiche, ma anche per coloro che amano sedurre, il colore che consiglio è il rosso. Bello sia un rosso molto accesso che ricorda un po' le intramontabili dive degli anni 60', ma anche un rosso più scuro, moderno e giovanile. Per coloro che proprio non riescono a vedere le proprie unghie di un colore troppo forte il consiglio che mi sento di dare è di curarle ugualmente. Puntare quindi tutto su uno smalto "nude look", per esempio di un color carne, oppure su un bianco/trasparente che dona comunque un effetto brillante. La stagione in cui ci si può divertire davvero è però l'estate. Ecco che possiamo sfoggiare il verde acqua, il fucsia, l'arancione, il blu... insomma, possiamo utilizzare l'arcobaleno per intero. Le previsioni dicono che il colore dell'estate 2012 sarà il neon e tranquille, anche gli smalti si sono adeguati. Il messaggio rimane quindi quello di osare, osare e osare! Tutto questo ricordando però che lo smalto è bello se è steso bene, ma soprattutto se l'unghia è curata. Preoccuparsi quindi di tagliare e limare fino ad ottenere una forma arrotondata. Mai lasciare le unghie troppo lunghe perchè con un colore accesso potrebbero risultare volgari. Per ottenere poi un risultato ottimale provare a stendere uno strato di smalto trasparente prima di applicare il vero colore che volete utilizzare e poi ristenderlo sopra. In questo modo l'effetto sarà più duraturo e potrete evitare i classici "ritocchini" dell'ultimo minuto. Ci sono poi varie marche tra cui possiamo scegliere il nostro prodotto. La più prestigiosa, ma anche la più costosa, rimane l'intramontabile Chanel. Vasta gamma di colori, confezione molto scenica e qualità molto alta sono le caratteristiche principali. Ma dato che non tutte possono spendere 20 euro in uno smalto, consiglio di dare un'occhiata a negozi come kiko e Sephora. I prezzi sono decisamente più abbordabili e ne producono davvero ormai di tutti i tipi. E infine ricordate, una mano curata non passa mai inosservata!





giovedì 2 febbraio 2012

NELL'ARMADIO METTO...

Spesso si sente parlare di quei capi che nell’armadio di ogni ragazza devono esserci, i cosiddetti “must have”. C’è chi punta tutto sul tubino nero, chi sulla camicia bianca e altre ancora su un plateu semplice e utilizzabile un po’ con tutto. Il capo che invece ho deciso personalmente di consigliare è il blazer. Partiamo con il dire che quest’ultimo è uno dei tanti elementi che noi femminucce abbiamo astutamente rubato dal guardaroba maschile. E si sa, noi in fatto di moda spesso ci vediamo lungo e le scelte risultano azzeccate. Non si può dire che il blazer sia un capo particolarmente elaborato, ma è proprio questa caratteristica che lo rende un eccellente passepartout. Infatti l’idea che dobbiamo sempre tenere a mente è che può essere utilizzato praticamente su tutto e in ogni occasione. Concentriamoci dapprima sulla versione giorno. Che sia un’uscita informale, che si stia andando a lavoro o a scuola, la parola chiave è semplicità. Mai strafare alla luce del sole, perché il confine tra elegante e ridicolo è veramente sottile. E’ quindi secondo me necessario partire da un jeans modello skinny. Fascia la gamba ma non troppo e a modo suo slancia anche un fisico non esattamente da modella. Sopra o una T-shirt semplice o una camicia bianca e con l’aggiunta del blazer il gioco è fatto. Le scarpe da abbinarci possono variare da una ballerina ad una scarpa più sportiva, come le Converse per intenderci. Con l’arrivo della notte basta fare poche semplici mosse per adattare il nostro capo. Mettiamo ai piedi un bel tacco e raccogliamo i capelli in un morbido chignon. Possiamo poi sostituire la camicia con una maglia con stampa (quest’anno molto di moda) o con un top di un tessuto più elegante, magari come la seta. Per gli accessori consiglio di non strafare in modo da non appesantire un look minimal ma molto chic, quindi puntare tutto o sui cosiddetti “orecchini lampadario” o su una collana vistosa, magari impreziosita da pietre oppure essenziale quindi composta da soli fili dorati. Ciò che mi piace particolarmente è che il nostro amato blazer può anche essere abbinato ad un vestito corto, così da sdrammatizzarlo o comunque donarli un tocco più rock. I colori che possiamo scegliere sono svariati: nero per le ragazze che non amano osare fino ad arrivare al fucsia o al blu elettrico, per coloro che il rischio non lo temono. Qualsiasi sia il colore, qualsiasi sia l’abbinamento, la regola essenziale rimane sempre e comunque NON ESAGERARE, perché eleganza e buon gusto non sono sinonimo di quantità, ma di qualità.







mercoledì 1 febbraio 2012

UNA BORSA PER AMICA

L'accessorio per antonomasia. Quello che se c'è fa la differenza. Accompagna le giornate delle donne ormai da secoli ed è diventato impossibile farne a meno. Amica borsa, è di te che stiamo parlando. Mi vorrei incentrare però su quelle borse che hanno fatto o presumibilmente faranno la storia, le così dette "evergreen". Inutile dire che la maison che ha il primato in questo campo è Hermès, dato che può vantare ben due modelli diventati il sogno proibito del mondo femminile. La prima è la Birkin, la quale deve il suo nome alla celebre attrice Jane Birkin. Si narra che quest'ultima si trovasse su un volo Parigi-Londra con Jean-Louis Dumas, stilista del celebre marchio. L'attrice improvvisamente aprì la propria borsa di Hermès e caddero tutti i fogli e documenti che conteneva. Così prese coraggio e confessò allo stilista la difficoltà nel trovare una borsa che fosse comoda per il lavoro, adatta nel week-end e che mantenesse comunque una certa eleganza. Ed ecco che nasce qualche settimana dopo dall'inventiva dello stesso Dumas la borsa più famosa del mondo. La pelle è pregiata, al suo interno è munita di una grande tasca che possa contenere fogli ed il manico è abbastanza da lungo da permettere di portarla in spalla. Oggi ne esistono molte varianti, da quella in pelle di coccodrillo a quella con diverse applicazioni. Il denominatore comune rimane il fatto che è desiderata dalle donne di tutto il mondo. Molto simile alla Birkin e la Kelly, anch'essa gioiellino della maison Hermès. Questa deve il suo nome alla bellissima Grace Kelly che nel 1956, incinta della ormai celebre Carolina di Monaco, cercò di nascondere le forme abbozzate con la sua borsa Hermès, così da non ufficializzare la notizia. L'immagine della borsa-scudo, forse grazie anche all'eleganza e alla classe di Grace, ebbe un enorme impatto ovunque, tanto che ancora oggi la Kelly rientra nella wish-list di molte. Rimaniamo ancora in Francia, ma cambiamo marchio. Chanel. Chi non vorrebbe nel proprio armadio la celebre Chanel 2.55? Nata dall'inventiva di Madame Coco, che si ispirò al portachiavi dei custodi dell'orfanotrofio nel quale trascorse la sua infanzia per la catena, mentre per l'acceso bordeaux dell'interno alla divisa degli orfani. Il vero successo però arriva grazie alla ventata di novità che solo un maestro come Karl Lagerfeld poteva portare. Catena intrecciata alla tracolla in pelle e due eleganti C sulla chiusura ed il gioco è fatto. Ecco che il modello inizia a spopolare e a comparire al fianco di ogni celebrità. Un mix di raffinatezza e femminilità che ogni ragazza desidera. Se questi sono i modelli che hanno fatto storia, quali sono quelli che la storia la faranno? Non sono una veggente, ma ho tentato di individuare due borse che piacciono particolarmente. La prima è la city bag by Balenciaga. Linea semplice, utilizzabile in ogni evenienza, femminile ma pratica, modellata su un materiale a dir poco ottimo. Dapprima inizia a comparire sulle delicate braccia delle star Hollywodiane, poi fa letteralmente il giro del mondo. Vasta scelta di colori, dai più eccentrici come rosso scarlatto o verde petrolio, ai più classici come il tortora o il nero. Esiste il modello più vecchio, con le frange applicate alla chiusura, per arrivare a quello più nuovo, in cui le borchie sono sostituite dai ditali che ricordano quelli utilizzati dalle sarte. Piace alle figlie, piace alle mamme, è un modello che è diventato subito un cult. Passiamo adesso ad una borsa decisamente più classica e dal taglio semplice: il bauletto di Louis Vuitton. Logo ripetuto della celebre maison e manici corti in pelle sono gli elementi principali. Un'essenzialità che decisamente colpisce perchè permette di dare un tocco dolce ad uno stile romantico, ma permette anche di sdrammatizzare un look più rock-glamour. Ne esistono tre misure, piccola media e grande. Il materiale non è dei migliori ma l'effetto che fa è decisamente apprezzabile. E se sta avendo così tanto successo il motivo ci sarà. Il mio viaggio in un mondo vasto come quello delle borse si ferma qui. Dagli inizi del '900 siamo arrivati ai giorni nostri, facendo un lavoro all'insegna del sogno. Perchè è vero che sono bellissime, ma i prezzi sono molto alti. E forse in un momento di crisi non è nemmeno adatto lasciarsi andare a certi argomenti, ma sono del parere che sognare sia un elemento essenziale della vita che nessuno ci può togliere. Quindi la parola d'ordine è RILASSARSI e GODERSI le foto che ho scelto per voi. Sweet dreams.

Foto 1: Birkin color tortora (Hermès) Foto 2: Birkin con diverse applicazioni (Hermès) Foto 3: Kelly (Hermès) Foto 4: Chanel 2.55 nera (Chanel) Foto 5: vari modelli city bag (Balenciaga) Foto 6: bauletto Louis Vuitton dimensione grande (Louis Vuitton)






martedì 31 gennaio 2012

OLTRE ALLE GAMBE C'E' DI PIU'

Peccando di modestia, mi sono sempre reputata una ragazza abbastanza aggiornata in fatto di moda e trucchi. Iniziando a frequentare la palestra però mi sono resa conto che un particolare mi era completamente sfuggito: il "gym style". Pantaloni della tuta, maglietta semplicissima e capelli raccolti? Ma anche no. Magliettina, mutande,trucco alla Moira Orfei e capelli svolazzanti degni di una Pochaontas che corre libera tra gli alberi. Devo ammettere che l'inusuale abbigliamento della ragazza che si è presentata ad allenarsi così mi ha fatta pensare. E mi hanno fatta pensare anche le facce degli uomini presenti. Pensando e ripensando, mi è sorta una domanda: nell'era della ricerca, del progresso, dell'innovazione e del miglioramento, in che modo la donna si pone e si impone? L'impressione che ho avuto è che il corpo sia il nuovo strumento che si utilizza per fare strada ed avere successo. Lo si nota dalle notizie che si sentono tutti i giorni, dalle donne che si concedono per avere un lavoro, a quelle che pur di apparire in televisione sono disposte a mostrarsi in abiti succinti fino ad arrivare alle donne che addescano uomini solo per interessi economici. Ed è triste pensare che tutto questo stia avvenendo dopo anni e anni di battaglia per la parità dei sessi. C'era un tempo in cui la figura femminile era considerata solo in base ai lavori che svolgeva in casa. La donna procreava, la donna cucinava e la donna non aveva una propria identità, ma era un oggetto che solo una figura maschile poteva possedere. "Grazie" poi agli anni della seconda guerra mondiale, in cui gli uomini erano costretti ad allontanarsi dalle famiglie, dai lavori e dalle proprie case, la donna viene utilizzata come degna sostituta. Inizia a lavorare, inizia a portare soldi a casa, quella stessa casa che mantiene e sostiene. E si sa, una volta ottenuto un determinato diritto, è difficile dopo farne a meno. La donna ha preso consapevolezza di sé e delle sue capacità. Ecco perchè negli anni '60/'70 iniziano le prime proteste, i primi movimenti femminili e le prime battaglie. Caratteri forti, decisi e determinati che si sono uniti ponendosi un solo obbiettivo: essere considerati pari all'uomo. Ed ecco che le donne iniziano a rivestire un doppio lavoro. Da una parte rimangono casalinghe e mamme, dall'altra hanno la possibilità di esplorare settori a cui non avevano mai potuto accedere. La donna entra in politica, la donna si fa medico, avvocato e manager. Il mondo si tinge di rosa, un rosa che avanza inesorabilmente. Questa constatazione per ovvi motivi non riguarda i Paesi sottosviluppati, ma la mia riflessione è fatta sempre con un occhio che guarda verso i Paesi impostati su modello occidentale. Molti traguardi sono stati raggiunti e una volta raggiunto un obbiettivo quest'ultimo va sempre superato. Bisogna andare avanti. E invece il mondo delle donne sembra andare indietro. Perchè è vero che abbiamo ormai accesso a tutto, ma penso che sia importante capire come le cose le otteniamo. Dovremmo essere orgogliose di progredire grazie alle nostre capacità, grazie alle nostre attitudini e passioni. Invece ci ostentiamo a far uso di un corpo che, sono sicura, tanto lontano non ci porterà. E finchè non ci faremo valere, non potremo pretendere rispetto da un uomini che spesso continuano ad avere una mentalità da inizi '900. In tutto questo non voglio ostentare luoghi comuni e fare di tutto l'erba un fascio. Ci sono donne che hanno raggiunto l'eccellenza grazie a sforzi e duro lavoro. E sono quelle stesse donne che ammiro maggiormente. Penso per esempio a Luciana Litizzetto, che nonostante un corpo non da modella è stimata e apprezzata un po' da tutti. Ma penso anche a Oriana Fallaci, che per diventare la giornalista che è stata, il suo bel viso non l'ha mai utilizzato. Noi donne dobbiamo amarci di più, dobbiamo credere noi per prime in noi stesse. Perchè di doti ne abbiamo tante, tutto sta nel sfruttarle nel modo giusto. Solo così, un giorno, raggiungeremo effettivamente la parità dei sessi.

giovedì 12 gennaio 2012

LIVE YOUR LIFE






Quando leggo, sento parlare o vedo personaggi illustri, attori, scienziati, scrittori, filosofi, ricercatori, registi, pittori, provo sempre un certo senso di ammirazione e invidia. Queste sono indubbiamente persone che grazie alla passione e alla forza delle loro idee sono riuscite ad ottenere dei risultati che verranno ricordati nell’arco degli anni. E’ come se avessero già lasciato un’impronta di sè nel futuro. La loro vita potrà anche finire, ma loro vivranno nel ricordo dei loro cari  e nella genialità della loro arte. Sono del parere che tutte le persone dovrebbero riuscire a realizzarsi e fare della propria vita un’opera d’arte, come diceva l’esteta D’Annunzio. Può sembrare una constatazione banale, ma la vita che ci è stata donata è una sola: unica, irripetibile e inesorabile. Il tempo la scandisce e lui non è di certo un tipo che si ferma o torna indietro! Continua il suo percorso monotono e lento. Proprio per questo è necessario porsi degli obbiettivi e cercare di ottenere qualcosa. Non è necessario diventare famosi, ma è necessario essere soddisfatti del proprio percorso. Spesso ci facciamo così sopraffare dalla pigrizia che lasciamo che le giornate passino senza che noi abbiamo concluso niente di concreto. Spesso ci riproponiamo di dare vita a nuovi progetti, di intraprendere nuove avventure e altrettanto spesso quelle parole rimangono parole. E si sa, la forza delle parole non è forte quanto la forza dei fatti. Le parole se le porta via il tempo, I fatti rimangono lì, fermi e fieri davanti ai nostri occhi. Sarebbe un peccato accorgersi troppo tardi che tanti sogni non sono stati ascoltati, che ciò che realmente ci rende felici è stato lasciato in un angolino della nostra vita. Il segreto sta tutto nel prendere la propria passione, coltivarla giorno per giorno e vederla crescere e fruttare. E il vero risultato che da tutto ciò potremo ottenere non è la ricchezza, non è la celebrità, ma è la sensazione interiore di orgoglio. Perchè non c’è niente di più bello che potersi sentire almeno una volta orgogliosi di se stessi e delle proprie capacità. Solo le persone che riescono a raggiungere questo obbiettivo possono dire di aver vissuto veramente, le altre si sono limitate ad esistere.