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giovedì 18 settembre 2014

"L'AMORE NON ESISTE, ESISTIAMO IO E TE"

"Come faccio a guardarti e a non essere felice?"



Vestimi di parole e di sguardi, culla le mie paure con la stessa naturalezza con la quale le tue dita si perdono tra i miei capelli. Prendi un mappamondo e scegli un posto, un posto qualsiasi nel mondo. E ci andiamo, insieme, accompagnati da quel pizzico di incoscienza che solo gli spiriti liberi sanno gestire. Siediti accanto a me sulla spiaggia: ascolta il mare, tocca la sabbia, parla al mio cuore. Sarà il saluto del sole a dirci quando andare via. E poi siediti sul letto: voglio ubriacarti d'amore tutta la notte, senza riserve. Viaggia nel tempo, scava nella memoria, aggrappati ai ricordi e lascia che siano loro a farti rivivere frammenti di piacevole scoperta in una danza dei cinque sensi. Ma non dimenticare mai che ogni giorno è un nuovo inizio e che il passato è la semplice misura di ciò che è stato e non un traguardo nel quale rifugiarsi nostalgicamente. Non facciamo programmi, l'unica certezza che è data sapere è l'ora, il noi. Guardiamo la luna, spalla contro spalla, e abbassiamo lo sguardo solo per constatare che siamo gli unici che stanno con il naso all'insù in una distesa di persone schiave del tempo. Fammi ballare, senza musica e senza inganni, con le stelle posate su di noi. Stringiti a me senza preoccupazioni, abbandonati: sarò come seta sulla pelle nuda. Leggimi, sono il libro del quale solo tu sai cogliere le sfumature più vere e profonde, cerca tra le righe e non nel finale. Corriamo nella città coperta del suo manto notturno, anche sotto la pioggia se ti va. E fermiamoci solo per baciarci. Guardarci. Sentire che siamo vicini, non solo fisicamente. Svegliami, con un "buongiorno", un cappuccino e il tuo profumo, quel profumo pronto a dirmi che ci sei e che quel domani che tanto spaventa non è altro che una promessa mantenuta. Ridiamo, ridiamo per il nulla, ridiamo quando nessun altro lo fa. E forse il tempismo non ci apparterrà mai, ma quei momenti sbagliati profumeranno sempre di una complicità semplice e rara. Mangiamo un quarto di pizza sugli scalini di una chiesa, nel cuore della notte, guidati da un istinto che ci spinge a cercarci in nome di una sintonia inesplicabile: semplicemente esiste. Sorprendimi. Regalami fiori, carezze, certezze. Parole: da ascoltare, assaporare, ricordare. Rincorriamo la felicità, quella sentita, sfrontata, sfacciata, vissuta ancor prima di essere desiderata. Sii il raggio di sole che si posa sul mio cuscino, il viaggio in macchina che vorrei non avesse mai fine, la finestra che mi mostra il mondo sotto un'altra prospettiva, il maglione (rigorosamente tuo) che uso per uscire. Sii la polaroid sbiadita e il ballo a piedi nudi su un tavolo, il "sei bellissima" anche quando ho la faccia sfatta dopo una giornata di studio. Sii la forza ma anche - e soprattutto - la dolcezza. Intingiamo le labbra nel vino, in un misto di eleganza e sconsiderata provocazione. Raccontiamoci, con la voce rotta e le emozioni che si distendono. Amiamoci: mi farò trovare pronta. Nuda, spogliata delle mie insicurezze e dei miei dubbi e delle mie fragilità.

Sì, innamorarsi è ancora il miglior modo di ubriacarsi che conosco.



mercoledì 11 giugno 2014

VIVERE. CHE E' UN PO' COME FARE L'AMORE.






Tu, Lui, il tramonto. E una birra ghiacciata.
La vera Libertà, che forse non consiste nel rompere gli schemi ma semplicemente nel seguire il proprio istinto. Ora. Senza "se" e senza "ma" e senza "un giorno". 
Un pizzico di incoscienza, quanto basta per capire fino a dove si è capaci di arrivare.
Il sapore dell'estate, che sa di sole in faccia, baci rubati, notti eterne. 
Un giro in motorino, in due. E poco importa il "dove" quando si ha la vivida consapevolezza che in quello stringersi accarezzati dal vento si racchiude tutto il bene di questo mondo. 
Un rosa rossa lì, appoggiata su uno dei tanti tavolini di casa. Silenziosa testimone di una notte vissuta di pancia e scritta con il cuore. 
Il desiderio delle 14.50 di un Mercoledì pomeriggio. Un vestito in pizzo. Nero. Di Dolce&Gabbana. Intessuto di quell'erotismo sussurrato con eleganza e semplicità.
Perdere la testa. Perché è sempre necessario perdersi per poi ritrovarsi.
Un risveglio lento, tra lenzuola stropicciate e l'odore di caffè che si posa in ogni angolo.
Una risata, senza filtri e senza inganni. Di quelle che non senti l'esigenza di mostrare a nessuno. Perché la felicità, quella vera, si custodisce gelosamente.
Viaggiare, che non è un punto di partenza e nemmeno un punto di arrivo. Non è l'inizio o la fine di nulla. E' quello che c'è esattamente lì in mezzo. Ed è forse questa imprevedibilità che consacra ogni volta la sua bellezza.
Un tetto da cui guardare la città, quando il sole cala e la luce sembra voler avvolgere anche i pensieri. Rimanere a bocca aperta, semplicemente.
Girare per casa a piedi nudi, con una camicia sgualcita che copra quel che deve e i capelli raccolti in un morbido chignon.
Ballare, tra il letto e il divano, tra la cucina e il bagno. Ballare, senza musica. Ma costantemente in bilico tra la passione e la spontaneità.
I luoghi-non-luoghi. Quelli che non trovi su una cartina. Quelli in cui ti imbatti, per caso. Dove respiri lentamente, a pieni polmoni. E ci lasci un pezzo di te.
Le prime albicocche di stagione. E le fragole. E il mare. C'è sempre il mare nei miei ricordi.
Il sole, che spappola il cuore di felicità.
Scegliersi. Aspettarsi. Cercarsi.
Un mazzo di fiori trovato davanti alla porta, sopra lo zerbino. 
Le gambe nude, una maglia bianca, occhiali grandi attraverso cui scrutare il mondo. Erotica, con l'aria ingenua di chi ha fatto della semplicità uno stile di vita.
“We were together. I forget the rest.”
Abbassare il finestrino della macchina. Cantare, stonando. Contenta come non  mai.


Vivere. Che nulla ha a che vedere con l'abitudine. E' piuttosto Fortuna. Cercata. Voluta. Assaporata. E' lasciarsi andare, consapevolmente. 
Un po' come fare l'Amore.





giovedì 17 aprile 2014

"E TU, SEI ANCORA CAPACE DI PERDERTI?"

La vita è adesso, sempre.





Lasciati andare ad una risata scomposta, di quelle che partono dalla pancia e ti scuotono l'anima nello stesso modo in cui il vento estivo ti scompiglia i capelli. Perditi in un abbraccio, consapevole nella sua irrazionalità. Sciogliti come marmellata e burro sopra una fetta di pane appena tostato. Cambia programma, anche quando un programma non c'è. Esplora nuove rotte, rompi gli schemi, con leggerezza: le serate più belle sono sempre quelle che non avevi pianificato. Sali in motorino, stringi il tuo cavaliere, canta a squarciagola e sentiti padrona di una città che nel silenzio della notte lascia spazio solo alle emozioni. Guarda la luna, con la vivida consapevolezza che per ogni persona che non riesce a guardare oltre il proprio naso ce n'è una che passa la vita con il naso all'insù. Dimentica l'ora, loro. Dimentica di mangiare e di dormire e di pensare. Torna a casa con la batteria del telefono carica, completamente. E l'euforia di una magia assaporata. Intingi le labbra nel vino, con quella naturalezza carica di erotismo e priva di ostentazione. Lasciati mettere delle cuffiette nelle orecchie, ascolta, condividi una canzone. Che forse è solo un modo diverso di fare l'amore. Cerca la sicurezza nella tua pelle e non nelle ante aperte di un armadio sempre poco clemente. Bacia lento, bacia bene. Trattieni il fiato e i pensieri, giusto il tempo di percepire che a volte il "per sempre" è racchiuso in un solo secondo. Balla, finché hai voglia e energia e forza nelle gambe. Vai al mare, di notte. Lasciati cullare dal suono delle onde, accarezzare da una pioggia di stelle. Impara a bastarti e subito dopo a riscoprire la bellezza del fare le cose in due. Sii irrisolta e complicata e confusionaria e tenace e un po' in bilico tra il mondo e il tuo mondo, come ogni sognatrice che si rispetti. Mangia una ciambella e poco importa se non tutte riescono con il buco: è nelle imperfezioni che si nasconde l'unicità, è dalle crepe che entra la luce.  Comprati un mazzo di fiori, sporcati la bocca di cioccolata. Che forse non corrisponde all'idea esatta di felicità, ma ci si avvicina molto. Smettila di porti domande senza alcuna risposta. Vivi, semplicemente. Con quel pizzico di incoscienza necessaria per perdere l'equilibrio. Salta sul letto, fai una capriola, vestiti di un profumo se ti va. Stupisci e lasciati stupire, dalle piccole cose soprattutto. Scappa, per poi realizzare che il cuore è sempre stato lì, ad un passo da te. Perché per quanti viaggi si possano fare, per quante città si possano visitare e per quante persone si possano incontrare, è sempre confortante accorgersi che l'Amore in vacanza non ci va mai.



E tu, sei ancora capace di perderti? 

martedì 10 dicembre 2013

QUESTO. E ALTRO ANCORA.





God save.

I sorrisi condivisi, tra la voglia di rincorrere la felicità, sempre, e il bisogno di non pensare.
I baci lenti. Rubati. Dati di notte, sotto una pioggia di stelle e un brivido che sfiora cuore e pensieri.
I messaggi improvvisi, sfuggenti, inaspettati. Sussurrati con la voce dell'insicurezza, gridati con la forza della consapevolezza. Perché tutte le parole non dette, prima o poi, cercano voce.
I tacchi, il push-up, il mascara e il fondotinta. E poi non si dica che solo gli uomini mentono. Ma sicuramente noi donne lo facciamo meglio.
La bellezza della fatica, della passione che prende forma, dei sogni che si fanno un po' più vicini, un po' più reali.
I cambiamenti, che passo dopo passo mostrano quanto fosse pericoloso rimanere fermi.
Le mani, che posandosi sulla pelle nuda coprono di sicurezze e desideri, come un cappotto di cachemire nel quale affondare anima e corpo.
Un bicchiere di vino. Uno di champagne. Intingerci le labbra, che è un po' come giocare con la seduzione, inconsapevolmente. E brindare, perché oggi non è altro che il preludio di tutto ciò che sarà.
Gli uomini che parlano. Scrivono. Chiamano. Addirittura chiedono di uscire. Che se uno vuole può, tutto il resto è una scusa. 
La complicità femminile, cosa unica e rara, come ogni privilegio degno di essere definito tale.
La capacità di sorprendersi e di lasciarsi sorprendere, di stropicciare certezze consunte e speranze per respirare anche solo per un istante la magia dell'inaspettato.
L'irriverente naturalezza di chi ha fatto della spontaneità un credo.
L'ironia e l'autoironia, che è esattamente in quella sofisticata arte, così vivida e reale, che si nasconde l'essere Donna. 
I compleanni e i non-compleanni, perché c'è sempre un motivo per festeggiare, fosse solo per celebrare i momenti che il respiro te lo tolgono. 
L'Amore, che a chi dice che non esiste glielo mostrerei io, in ogni angolo del mondo.
Le canzoni che non sono semplici canzoni, ma pezzi sparsi di cuore. E che siano dedicate, che regalare emozioni non è mai sbagliato.

God save, questo e altro ancora. La libertà, soprattutto. Di vestire i propri panni e sperimentare la bellezza del presente, che non sempre offre le carte che vorresti, ma lascia aperta la possibilità di decidere come giocarle. E con chi. Perché con le persone giuste al proprio fianco, la quotidianità può essere un viaggio meraviglioso.

A chi non smette mai di emozionarsi, a chi guarda il mondo con nuovi occhi, sempre: buona vita.





giovedì 28 novembre 2013

VOGLIO VOLERE



Voglio affondare la testa nel cuscino, le dita nella panna, le parole nel vino. Distendere i pensieri, come fossero fiocchi di neve che in una danza di eleganza e armonia vestono di bianco l'atmosfera. Cantare canzoni di Natale tra il divano e il letto, con una spazzola per microfono e una maglia informe pronta a ricordarmi che ovunque andrò, dovrò sempre rimanere fedele a me stessa. Guardare il tramonto e pensare che certi cieli non siano semplici cieli, ma pezzi di vita. Un po' come certi Amori. Contare i giorni che mancano al mio compleanno con la stessa trepidante attesa di quando ero piccola, che le cose più belle accadono a chi è ancora capace di accarezzare il mondo con gli occhi di bambina. Regalare qualcosa a qualcuno, che sia un oggetto, un'emozione o un po' del mio tempo. Semplicemente tempo, impacchettato e infiocchettato, con tanto di biglietto. Quello stesso tempo che se non si fa attenzione si rischia di dimenticarlo tra tutti i vorrei non detti e i respiri non percepiti. Voglio perdermi, tra le vie di una città e tra le righe di un libro, tra la passione e la ragione. E poco importa se non mi è concesso un filo per ritrovare la strada. Vestirmi di un maglione color cognac per poi accoccolarmi sul divano e realizzare che se certi intrecci di lana non fossero soltanto intrecci di lana, sarebbero sicuramente abbracci. Svegliarmi una Domenica mattina e fare un brunch, che forse quel tripudio di cose buone e felicità non è altro che un tentativo di giustificare la mia voglia di salato alle 11. Vivere con la confortante certezza che quelle stesse stelle in cui mi perdo con il naso all'insù, un giorno le potrò anche toccare. Voglio guardarmi allo specchio e sorridermi. Stringere la mano di un'amica e racchiudere in quel gesto tutto il Bene di questo mondo. Mangiare tra le braccia del letto una ciambella appena sfornata, con la faccia stropicciata che sa ancora di sonno e una vestaglia di seta a farmi compagnia. Scrivere, che è forse la cosa che mi piace più fare. Credere nel fato, perché certe persone in cui ti imbatti non sono semplici incontri, ma regali che la vita ti fa. Sporcarmi le mani e i pensieri, che sia per preparare un dolce o per dipingere una parete. Voglio un cappello nero e a tesa larga che incornici i miei occhi, un vestito velato che gridi eleganza e sussurri seduzione. Progettare ciò che sarà, perché quando si tratta di futuro dovremmo diventare tutti buoni architetti di sogni. Lasciarmi ispirare, da un colore e da un profumo, come se non ci fosse niente di più semplice del seguire l'istinto. Tappezzare la casa di foto per fissare ricordi sfuggenti. Essere l'eccezione anche quando mi sento la regola, la scelta e mai l'alternativa. Riempire il mappamondo di post-it con scritto "un giorno ci andrò", con la consapevolezza nel cuore che conoscere è conoscersi. 

Voglio volere, perché è solo quando sai cos'è che vuoi che non prendi tutto ciò che passa.
E se il carattere di un uomo è il suo destino, trova un perché e abbi il coraggio di farne qualcosa di grande. 



mercoledì 20 novembre 2013

TANTI AUGURI LITTLE SECRETS



Consigli. Sogni. Desideri inespressi. Tempi di vivida consapevolezza e tempi di sofisticata leggerezza. Voglia di giocare con le mani e con la mente e con il cuore, bambine ieri come oggi. Con un tocco di sensualità in più. Velata quando deve, sfacciata quanto basta. Parole libere, di emozionare e di percorrere strade non ancora tracciate, alla ricerca di quell'isola che non c'è che forse esiste solo nelle nostre speranze. Sussurrate, poetiche, erotiche. Eleganti, nel loro mantello tinto di quotidianità e fantasia. Cascate di glitter come se piovessero. Mazzi di rose e di peonie e di scarpe. Voglia, di guardare un tramonto e trattenere il fiato. Di perdersi in una gonna di tulle soffice come panna in cui affondare il dito. Di tracciare nuovi percorsi lì dove le porte si sono chiuse. L'attimo di un respiro, tra la tazza di tè bollente e la faccia ancora stropicciata. Complicità, sempre. Ironia sparsa come zucchero a velo sopra la torta di nonna. Risate scomposte fino a perdere forze e pensieri. Culotte di seta e maglia informe per sentirsi principessa di un regno che non ha un principe e nemmeno un castello. Sciroppo d'acero sopra in pancakes, ciliegina sulla torta di non compleanno. Perdere la testa, in un camerino e nella vita. Innamorarsi, di un momento, di un colore, di uno sguardo. E credere in qualcosa, che sia un Dio, l'oroscopo o una Chanel. Un'altalena di incertezze e uragani emozionali, come in tutte le storie d'Amore che si rispettino. Istinto irrefrenabile di ballare su un tavolo e bere champagne, con le gambe ancora capaci di farti sentire quanto sia bello stare al mondo. Tacchi su cui correre per andare a sfiorare le stelle nel loro punto più vivo e conquistare una Città che di notte corteggia la luna. Un abito lungo senza tempo e senza pretese. Felicità, assaporata e urlata, perché tutte le cose belle prima o poi cercano voce. Fotografie sparse, ricordi che si trasformano in pezzi di un puzzle in continuo divenire. Frivolezza che con ali di fata si posa silenziosa su parentesi che meritano attenzione. Osare e trovare il coraggio di dire punto. E a capo. Inni, a chi cambia rotta e a chi semplicemente non si stanca di percorrere sempre le stesse strade per vederle con nuovi occhi. Baci, tanti baci. Lunghi e passionali. Che non sono altro che il preludio di tutto ciò che verrà. Vivere di inizi per poi rendersi conto che le attese sono il momento del quale si avrà sempre più nostalgia. Risvegli lenti e notti insonni, perché ci sono viaggi per cui non serve alcun biglietto. La bellezza di certi tramonti, la magia di certi cieli. A cui perdoneresti tutto, perché sanno sorprenderti. Un po' come certi uomini. 

C'è stato, tutto questo. E ci sarà.
Perché chi passa da qui, per il tempo di un caffè e una pausa dal mondo, troverà sempre una casa.
E se le mie parole non fossero soltanto parole, sarebbero un abbraccio. Ovviamente.

Tanti auguri Little secrets. 



lunedì 18 novembre 2013

SERENDIPITY




I cinque euro sul fondo della tasca del cappotto di panno nero sapientemente riposto nell'armadio. L'idea impigliata tra dubbi e insicurezze, che con invidiabile leggiadria tenta di far sentire la propria voce. Il raggio di sole che fa capolino dalle fessure della finestra, nonostante il meteo avesse annunciato pioggia. E il cielo si fosse già preparato. L'ultimo quadretto di cioccolata nascosto in una credenza da cui ti aspettavi solo il vuoto. L'iPhone che si illumina, un messaggio sussurrato. Esattamente quando sentivi di essere andata avanti. O perlomeno te ne stavi convincendo. "Stasera non ho voglia di uscire". E una notte che vestendoti del suo abito tinto di mistero ti regala la serata più bella. La svolta del terzo atto, l'evento inaspettato di una giornata in cui si era scomodato anche l'oroscopo per annunciare astri avversi. Percepire l'odore del mare. L'odore del mare quando il mare non c'è. Perché è Inverno e sei in Città e allora realizzi che certi ricordi sono più concreti e vividi di qualsiasi altra realtà. Un mazzo di rose lasciato lì dove gli occhi ricercano quotidianità ma spesso vengono piacevolmente sorpresi. E poco importa se preferisci le peonie. Ci sono situazioni in cui il grido del "chi" è più forte di quello del "come". Il suono del campanello che lascia spazio a braccia in cui perdersi, mani in cui ricercare forza. A risate, che ti rendono semplicemente felice, che sia per il tempo di una tazza di tè bollente o di un salto in racconti che prendono forma tra il pavimento e il divano. Visitare un luogo mai visto e trovarsi faccia a faccia con la sensazione di averci passato un'intera vita. Vestirsi di un rossetto e pensare che non ci sia niente di più sensuale. Sperimentare il dolce con il salato, in cucina così come nella vita, con i sensi e con i pensieri, con le mani e con la mente. Il cuore che ricomincia a battere proprio quando eri certa di aver dimenticato che cosa volesse dire sentire le farfalle nello stomaco. E credere in qualcosa, qualcuno. Un sogno, un colore, un amore. Un maglione della nuova collezione che ti fa l'occhiolino mentre tu continui a ripeterti con suadente fermezza che oggi no, non compri niente. Anche se sai già come andrà a finire. Perché certi copioni li ripeterai all'infinito, non cambiano. Un po' come certi uomini. Quei biglietti del treno che compri nell'istante racchiuso tra un respiro e un atto di consapevolezza, per andare alla ricerca di emozioni che non sai nemmeno dove ti condurranno. Ma è comunque confortante sapere che ci saranno. Oggi come domani. Una lettera dimenticata nel primo cassetto di un comodino ormai custode di segreti e confidenze. La bellezza di camminare lungo strade frenetiche e affollate, per poi imbattersi in vicoli che hanno tutto il sapore di tempi passati. Apprezzare la confortante compagnia di un'aria gelida che si scontra con l'innocenza di guance troppo rosse. Innamorarsi di un punto di rosa. Fermarsi. Respirare. Assaporare tutto il Bene che ci circonda, in silenzio. E farne qualcosa di straordinario.


Serendipity, far scoperte piacevoli per puro caso. Quel trovare qualcosa mentre se ne sta cercando un'altra. Che forse è semplicemente l'incalzante sceneggiatura di qualsiasi esistenza. Compresa la mia.



giovedì 7 novembre 2013

TEMPO, DI VIVERE E SOGNARE



Il tempo, di distendere le gambe e i pensieri, come se non ci fosse mai stato niente di più strettamente necessario ed inspiegabilmente difficile. Di fare e disfare una valigia, sentendomi in viaggio, sempre. Di  correre dietro alle emozioni perdendo fiato e speranze, che quelle si sa, non avvisano. Passano, maestose e silenti, e non si può far altro che seguirle. Tempo di ascoltare musica e percepirla in ogni singola nota, fino a sentire il grido rotto di corde dell'anima troppo spesso dimenticate. Di preparare pancakes e finalmente comprare lo sciroppo d'acero, che in cucina non sono brava ma nelle idee ci metto passione. Di ignorare ogni tipo di sveglia e assaporare quei "cinque minuti in più...", che tanto io sono in ritardo anche quando cerco di essere in anticipo. Di leggere un libro, accoccolata sulla sabbia, tra suoni che riecheggiano notti proibite e un velato profumo di libertà. Di concedermi venti secondi, venti secondi di folle coraggio condito con un tocco di audacia imbarazzante. E farne qualcosa di grande. Tempo di stendere lo smalto e rimanere immobile sul divano, senza l'impellente bisogno di andare a sbattere contro oggetti nel raggio di cinque chilometri. Di dimenticare che giorno sia oggi perché è sempre il momento giusto, per qualsiasi cosa. Di ricordare, senza l'aiuto di foto, di agende ormai consunte o di improbabili post-it seminati in ogni angolo della casa. Di baciare, con forza e dolcezza, fino a scuotere da un lieve sonno ogni centimetro di pelle. Di sbattere le ciglia al ritmo di frivole intenzioni e passare una mano tra i capelli, che non c'è uomo che non possa essere conquistato. Di amare e se possibile anche essere amata, sperando che un giorno le due volontà trovino il modo di sincronizzarsi. Un po' come la testa e il cuore. Il tempo di pensare. Di ballare, come se non esistesse niente di più facile, e lasciarmi guidare da quel frenetico trasporto che è energia allo stato puro. Di alzare il mento e sgranare gli occhi di bambina, perché la verità è che viviamo in una terra baciata dalla bellezza. E a chi dice che non è vero io tutta quella magia gliela mostrerei. Di chiamare chi si sogna e cercare chi ci manca. Di abbattere muri e sconfiggere mostri. Quelli insidiati nelle mie insicurezze, soprattutto. Di mangiare lo zucchero filato e sporcarmi le mani e ridere in maniera scomposta. Tempo di cercare il mare, anche d'inverno. Di improvvisarmi ballerina, tra il divano e il letto, tra l'elegante compostezza e la sofisticata leggerezza dell'essere. Di rigirarmi nel letto una mattina qualsiasi, con gli occhi ancora stropicciati e la testa che va, alla ricerca di chissà quali sogni, chissà quali idee. Di guardare le stelle con il naso all'insù, che nei desideri bisogna imparare a crederci. E non solo la notte di San Lorenzo. Di mettermi un'ampia gonna di tulle e sentirmi principessa, senza regno e senza principe. Di prendere un biglietto e partire, con la vivida consapevolezza che il viaggio vale più della meta. Di perdermi, per poi ritrovarmi, perché perdersi è necessario. Tempo di emozionarmi. Cantare. Regalare un po' d'Amore, che è forse l'unica cosa che ci salverà.

Non chiedo altro che tempo.
Tempo di percepire il tempo. E quando necessario, dimenticarlo.
Sempre ricordandomi di vivere. Che i momenti non sono scanditi dalle lancette, ma dai battiti del cuore. E dalle sensazioni che il respiro te lo tolgono. 





mercoledì 30 ottobre 2013

IL MIO HALLOWEEN.


Un vestito di pizzo, che copra quel che vuole e dica quel deve. Unghie nere per osare, labbra rosse per baciare. Capelli lunghi e sciolti e lasciati al caso, quanto basta per aprire le danze della seduzione. Erotici, nel loro impercettibile gioco di movimenti, sensuali, nella loro essenza più profonda. Una, dieci, cento passate di mascara per lo sguardo di chi ha imparato che con gli occhi si gioca, si ama. E si parla, sempre. Un mantello in cui nascondere le fragili insicurezze di un animo sfuggente, una maschera che accompagni con misteriosa eleganza lineamenti sapientemente disegnati su un volto tutto da scoprire. Tacchi con cui correre, ballare e sentirsi viva, ancora una volta. Tacchi con cui conquistare una Città che tra vicoli e stradine e aria pungente e luci, si carica di una magia che riscalda il cuore e inebria la mente. Malinconica sì, ma sofisticamente ammaliante, suggestiva nelle sue vesti insolite. E tu ne sei padrona, anche solo per una sera. Una clutch per esprimere la frivolezza di Donna, caramelle con cui riempirla per non tradire quello spirito di bambina alla continua ricerca di spazi in cui prendere forma. Tre gocce di profumo: due sul collo, una sui polsi. Che una scia di aromi soavemente composta accompagni  ogni passo. Verso l'ignoto. Canzoni che scorrono sotto la pelle e vanno a toccare corde lasciate in un limbo di emozioni soffocate per troppo tempo. Una cena con le amiche. Tavola imbandita a dovere, candele sparse  in un gioco di atmosfere e colori, crostini da sfornare, zuppe da improvvisare, voglia di condividere e sperimentare. Risate con cui esorcizzare ogni pensiero, mani in cui cercare conforto, abbracci da regalare come se non ci fosse niente di più prezioso. Un calice di vino, dove intingere le labbra e assaporare lentamente il preludio di tutto ciò che di bello il futuro riserverà. Sentirsi sorelle, guerriere, streghe. Senza cappello e senza poteri. Unite, in un legame viscerale e profondo. Emozionali e emozionanti, in ogni centimetro di pelle. Lontane da compromessi, lontane da inibizioni. Vivere di sensazioni, aggrapparsi alla tenace convinzione che l'istinto sia in grado di sciogliere questioni difficili da comprendere ma semplici da percepire. E osare, sfrontatamente osare. Per una notte e forse mai più.

Dolcetto o scherzetto?
I mostri, di qualunque tipo e di qualunque natura, non si celebrano, si sconfiggono.
Quindi che sia Halloween. Ma a modo mio.