venerdì 19 ottobre 2012

LA FELPA MANIA

Chi la reclude nel reparto dedicato ai capi da palestra tanto improbabili quanto comodi, evidentemente non ha ancora metabolizzato la sua natura camaleontica. Essenzialmente semplice e lineare, la felpa sta oltrepassando barriere fino a qualche tempo fa impensabili. Ha calcato le scene con fare frizzante alla settimana della Moda, da New-York a Parigi a Milano; sempre impeccabile, sempre sapientemente accompagnata, sempre irresistibilmente all'avanguardia. Protagonista indiscussa. Mai scontata, si è saputa districare tra vari stili e vari abbinamenti, dimostrando che è ormai giunta la fine dell'era che ha celebrato la sua funzione esclusivamente sportiva e pratica. Vivace e minimale, riesce a racchiudere nelle sue linee così pulite e nel suo tessuto intramontabile un misto di eleganza e femminilità, modernità e trasgressione. Per uno stile naturale, apparentemente improvvisato, ma curato nei minimi dettagli.


Larga, morbida e con lo scollo a barca. Con il laccino del reggiseno che fa timidamente capolino e le parigine che si snodano sinuosamente fino al ginocchio. Il tutto completato da una tazza di caffè bollente che aspetta solo di essere gustata e l'atmosfera autunnale che regala un paesaggio suggestivo.
Con disegnata una stampa direttamente proveniente dal mondo dei cartoni animati, pantaloncini strappati e le Converse stravissute compagne fedeli di giornate spensierate. Perchè ammettiamolo, la bambina che c'è in noi non muore mai.
Taglio classico e colore dalle note romantiche, posizionata con leggiadria proprio su quella gonna a tulipano che sembra sprizzare eleganza da ogni centimetro di stoffa. Accostamento così improbabile da risultare irresistibilmente chic.
Lei, un blazer nero che la completi, jeans skinny e immancabile plateu. Perchè la trasgressione prende sempre nuovi nomi e nuove forme.
Con una cascata di collane che le diano una luce in più, gonna che sembri il suo dolce prolungamento e capelli al vento. Alla faccia di chi ancora dice che "il troppo stroppia".





Per una serata con le amiche, per il tanto stancante ma indispensabile giro di shopping o semplicemente per inaugurare le giornate autunnali con quel tocco di carattere in più. Il carattere che fa la differenza.




Un continuo gioco di forme, colori, accostamenti ed eccessi. Un susseguirsi di trasformazioni che ci dimostrano ancora una volta che lo Stile è di tutti e la fantasia regna sovrana. Basta armarsi di buon gusto e di quel fondamentale spirito di iniziativa che ci spinge a spegnere il cervello per lasciarci guidare, almeno per una volta, dall'imprevedibilità dell'istinto. E se le più scettiche stanno ancora storcendo il naso, che si lascino ispirare (e convincere) da chi di osare non ha paura.

lunedì 15 ottobre 2012

GIURO CHE A PARIGI CI TORNO.

Quell'infinità di luci che irradiano ogni angolo della città dall'alto di una torre maestosa nella sua lineare eleganza. Ferro e gradini che si fondono in un amplesso tanto possente quanto armonico di suggestive forme. E gli occhi che per un attimo ritornano al candore dell'età dell'innocenza e dello stupore, esattamente nel momento in cui incontrano la potenza visionaria di quel tesoro dell'età moderna che almeno una volta nella vita va ammirato. 


Il quartiere latino e il suo piacevole frastuono di voci, risate, gioia, spensieratezza. I suoi ristoranti, le loro specialità: un microcosmo che si snoda seguendo le precise traiettorie di vie in cui immergersi è un attimo. Il mondo racchiuso lì, a portata di mano. La Senna e il suo percorso nobile e pacato; ed ecco che si annulla qualsiasi suono, qualsiasi contatto con il mondo. Passo dopo passo. Tu, il fiume, i tuoi pensieri che vagano là dove la forza dell'immaginazione non aveva mai pensato di poter arrivare, lo sguardo che si perde nella suggestività di un paesaggio unico nel suo genere. Il Louvre, il centro Pompidou e l'inafferrabile ed eterea energia delle loro opere che, tra passato e futuro, offrono uno spettacolo di Storia e Arte. L'abilità dell'Uomo, la sua sensibilità e la sua capacità di catturare l'esterno in veri e propri tesori da custodire. Ma spesso in una città così, perdersi nei meandri di un museo è quasi superfluo. Allora che siano la testa e il cuore a vagare liberi: fuori. Tra gli eleganti marciapiedi degli Champs-E'lysèes, scrutando la fine del viale dove si erge nel suo splendore l'arco di trionfo. Luci, odori, sensazioni difficili da dimenticare. L'immensa scalinata che con immensa regalità ti accompagna dolcemente verso la culla dell'estro, dove ogni linea è volto, paesaggio, ricordo. Montmartre con i suoi custodi della pittura, con i suoi disegni e quel fare smarrito di turisti che si lasciano guidare dalla delicata gestualità di chi vive per raccontare su una tela la sua prospettiva del mondo. 







Tanto banale quanto essenziale, non potrà mancare una dolce sosta da Ladurèe. Perchè ammettiamolo, due macarons che si vanno ad amalgamare con quell'atmosfera idilliaca che solo lì si respira, hanno tutto un altro sapore. Il delicato risveglio mattutino, tra l'aria frizzantina di una città che non dorme mai e lo sfizioso odore di quel pane appena sfornato frutto del lavoro di chi ci sa fare. Le parigine, il loro nasino all'insù e quella gestualità tanto delicata quanto sensuale di chi ha fatto dell'elegante sobrietà il suo marchio di fabbrica. Un incanto. Un incanto loro e quell'erre moscia capace di incarnare il tracotante fascino che difficilmente riesce ad essere racchiuso entro i limiti di un corpo. Il sole che crea punti luce impercettibili e comprensibili solo dal cuore, il cuore di chi lì l'ha lasciato. La notte che dona il suo alone di imprevedibile mistero ad un posto che si è fatto incarnazione della magia. Un bacio, tanti sorrisi, sguardi complici. Romanticismo che si erge in palazzi dal sapore antico e in coppie sognanti che hanno deciso che sarebbe stata Lei la madrina del loro amore.




Sentire la mancanza di una città in cui non hai mai vissuto ma che hai fatto tua in ogni sua strada, in ogni suo odore, in ogni suo particolare.
Giuro che a Parigi ci torno.


venerdì 12 ottobre 2012

"CHE RUMORE FA LA FELICITA'?"

C'è chi sostiene che il segreto stia tutto nel veder realizzati i propri desideri, c'è chi la identifica con i soldi e non mancano di certo le più scettiche che con fare spavaldo gridano a gran voce che non esiste. A me basta un sorriso, che sia ricevuto o donato, purchè sia sincero. Di quelli che ti scaldano il cuore, come una tazza di cioccolata bollente sorseggiata davanti al camino in una sera di inizio Dicembre, tra una chiacchera e uno sguardo complice. 



Il campanello che suona scandendo il ritmo di una visita improvvisata. E che dietro la porta ci sia chi non vedi da tempo o la compagna fedele di ogni giornata, entrambi pezzi di cuore a cui nessuno può rinunciare. Un messaggio, quel "Buonanotte" che con discrezione ed eleganza viene a sfiorare il tuo cuore e i tuoi pensieri non appena la testa si appoggia sul cuscino. E perchè no, anche un bel "Buongiorno", tanto per ribadire che su sei miliardi di anime vaganti per il mondo, c'è qualcuno che ha deciso che camminare al tuo fianco vale la pena. Quella canzone, solo Lei. Quella che hai imparato a memoria, quella che hai fatto tua in ogni strofa, in ogni parola. Quella che parla di te, del tuo mondo e della tua sensibilità. E mai tenerla per sè, perchè cantata a squarciagola con l'amica del cuore è decisamente più bella. 



Le foto del passato, nascoste in quella cartella del computer che si diverte a rispuntare quando meno te lo aspetti. E allora ecco che riaffiorano alla mente i ricordi di una vacanza, gli odori respirati e gelosamente custoditi in un angolino del nostro cervello. Basta un'immagine, basta veder immortalate quelle facce sorridenti di chi è ancora al tuo fianco per far esplodere nella mente una pioggia di sensazioni tangibili a distanza di anni. La soddisfazione di riuscire in qualcosa dopo infiniti tentavi, magari quella stessa cosa in cui tutti ti screditavano. Perchè se è vero che certi ostacoli sembrano insormontabili, la forza di volontà non si arrende mai. Andare a dormire con la consapevolezza che il giorno dopo non accorrerà il richiamo di nessuna sveglia. Niente vincoli, niente limiti, solo la libertà di avere in mano il proprio tempo. Quel dolce tanto desiderato che va ad interrompere la dieta del Lunedì, "l'ultimo" si dice sempre. Con l'amara consapevolezza che ogni settimana la scena si ripete puntualmente. Un tavolino, un caffè e l'amica di sempre. E guai a chi accenna uno sbadiglio per la banalità. Saranno sempre le stesse risate, gli stessi racconti e la stessa gestualità di chi ormai hai imparato a conoscere a fondo, ma il senso di sicurezza che riesce ad infondere la quotidianità è impagabile. 





Un giro in macchina e via: senza meta, senza pensieri, senza inutili paranoie. Serenità e libertà, capaci di rendere ciò che ci circonda un po' più leggero. Lo smalto steso alla perfezione e i capelli che per una volta sembrano aver preso la giusta direzione: la tua. Quella voglia improvvisa di cambiare qualcosa nella propria stanza, che sia una parete dipinta di rosa, una pianta sul comodino o un quadro sopra il letto, per poi ricercare una profonda familiarità in quel vestito stravissuto che dopo mesi ed eventi è in grado di farti sentire terribilmente sensuale. A tuo agio e sicura. 





La Felicità sta nelle piccole cose. E non credere a chi ti dice di nasconderla: Lei non va sussurrata, va gridata al mondo. 


domenica 7 ottobre 2012

E' TORNATO. IL LEOPARDATO.

Appariscente, eccentrico, dal carattere estremamente deciso. Classico a modo suo, con quel pizzico di gusto retrò che non guasta mai. Divide l'universo femminile come soltanto lui sa fare, contrapponendo le amabili conservatrici, che lo vedono come emblema del trash, alle più sfrontate, che a quel tocco proprio non riescono a rinunciare. E' comparso con fare elegante sul grande schermo nella prima metà del '900, rivestendo di un fascino incontrasto donne di già straordinaria bellezza. Con il passare degli anni la sua nobile accezione è cambiata, lasciando intravedere in quella fusione di linee morbide e colori caldi una sensualità troppo prorompente,  un eccesso di volgarità per chi ha fatto della sobrietà il suo marchio di fabbrica. Ebbene sì, il leopardato è tornato. 


Anzi, per chi come me lo ama, non se n'era mai andato. 




Semplice ma al contempo ricercato, incredibilmente femminile senza mezze misure. E anche se le più scettiche continuano a storcere il naso, facendo scorrere nella propria mente immagini di donne tutt'altro che sobrie che hanno fatto della stampa animalier uno stile di vita, il modo di renderlo chic esiste. Mai, e sottolineo mai, tirar fuori il corredo camicia-pantaloni-scarpe: in questo caso più che mai vige la regola del "meno è meglio". Basta un solo pezzo per dare una luce in più ad uno stile fin troppo minimale. Possono essere le ormai immancabili slippers, che si sposano perfettamente con un jeans nero a sigaretta e una camicia dall'effetto vedo-non-vedo sui toni del marrone. Rock e trasgressione allo stato puro. Un tubino, che tra i 12cm di tacco e un blazer dalle linee maschili è in grado di dotarti di un fascino selvaggio e conturbante. A prova di sguardi maschili, si intende. Per non parlare poi dello sciarpone lanciato ormai qualche anno fa dalla maison Louis Vuitton, che in pochi giorni ha catturato l'attenzione di donne celebri e non. C'era chi si vestiva solo di quello, il resto è noia. 




Le più temerarie possono anche azzardare un cappotto dai toni completamente leopardati, ricordando però che portarlo con disinvoltura non è facile e la cerchia delle fortunate elette è veramente ristretta. Così ristretta che cadere nel baratro dello stile Jersey (e voi avete capito a cosa mi riferisco..) è un attimo. Quell'attimo che fa la differenza, perchè la distanza che divide la Diva d'altri tempi dalla novella icona del trash è abissale.


Riportiamo allora la nostra stampa al suo antico splendore: un piccolo dettaglio che fa subito la differenza. Un piccolo dettaglio ed è subito tendenza. 

mercoledì 3 ottobre 2012

UNA MATTINA. LA TUA.

Un raggio di sole fa timidamente capolino dalle fessure della finestra. Io, tra uno sbadiglio e un sogno infranto, mi stiracchio tra le lenzuola e lentamente mi alzo. Il cellulare sul comodino, le improponibili quanto affezionate ciabattine leopardate accanto al letto, il libro di Nicholas Sparks gelosamente custodito sotto il cuscino. Tutto come la sera prima, tutto come l'avevo lasciato. Lo sento, il latte sta già bollendo nel pentolino e la marmellata di lamponi è lì, posizionata sul quel tavolo di legno antico che è capace di farmi respirare per un secondo aria di libertà. Una primavera che costantemente cerco e che ogni mattina mi creo. Non ci rinuncerei per niente al mondo. Forse forse per una nobile colazione da Ladurèè in una delle vie parigine più rinomate, tra il profumo di una baguette appena sfornata e il sorriso di una ragazza che con il suo basco e i suoi capelli al vento si reca a scuola. Ma questa è un'altra storia. A farmi da sottofondo c'è il mio poeta, Jovanotti: neanche a farlo a posta scorrono armonicamente le note di "un raggio di sole". 







"..Per te che sei lunatica, con te niente teorie soltanto pratica..". La mia imprevedibilità, l'imprevedibilità di tutte noi. Questa canzone è Donna. Vado in bagno e mi trucco con il solito meticoloso passaggio fondotinta-mascara-matita. Oggi i capelli li lascio mossi, ogni leggero riccio esprime me e le mille idee che mi vagano nella testa. Mi sento esattamente così: caotica. 
Le converse borchiate e stravissute che sembrano urlare il mio nome, un jeans blu e un maglione largo dalle linee morbide.




Sono le 8.30, precisamente le 8.29. E va tutto bene.




Ha tutta l'aria di essere un normale Giovedì. Il Giovedì di una settimana. Una settimana tra le tante della nostra vita. Sta a noi renderlo speciale.

Buona giornata.