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domenica 5 maggio 2013

WHAT WOMEN WANT?




Buffi. Maldestri. Spesso al limite del ridicolo. A volte noiosi, così tremendamente egocentrici. E lì, al limite dell'odioso. Semplici, nei loro ragionamenti e nelle loro conclusioni. Forse troppo semplici. L'impegno per capirci ce lo mettono e si sa che noi donne siamo complicate. Però il mondo femminile sembra ancora essere a loro oscuro. La verità è che cosa cerchiamo, non lo sappiamo nemmeno noi. Ma distinguiamo subito ciò che ci piace da ciò che potrebbe far saltare un'intera relazione. E glielo vogliamo dare un piccolo aiuto a questi uomini? Che forse quello perfetto non è ancora in circolazione, ma dei semplici consigli potrebbero diventare dei veri e propri tesori per molti (e poi non ditemi che non sono buona):






Un vero uomo non ti chiederà mai "dove andiamo? che facciamo? quando ci vediamo?", perché pur non conoscendoti saprà perfettamente di cosa hai bisogno, armandosi direttamente di una carta vincente: la sicurezza.

Un vero uomo proporrà sempre di pagare anche per te. Una vera Donna risolverà la questione alla romana, perché nell'emancipazione dobbiamo imparare a crederci un po' di più.

Un vero uomo non regalerà mai fiori in numero pari. Rigorosamente dispari. Tanti? Ancora meglio. E che siano rose, rosse. Che si sa, il giallo dice quel che deve, l'arancione rimane in giardino e il rosa fa tanto comunione.
Se invece punterà sulle peonie, avrà vinto.

Un vero uomo non vorrà curare il suo corpo più di quanto una donna possa fare. Aboliti i super palestrati, lampadati, cerettati, truccati. Sì alla cura del dettaglio, no ai narcisisti: meglio uno che ti guarda piuttosto che uno che si guarda.

Un vero uomo saprà farsi carico dell'antica e ormai persa arte del corteggiamento. Tanto per ribadire che un appuntamento non è dovuto, lo si deve meritare.

Un vero uomo saprà sapientemente fingere che il calcio venga sempre e solo dopo la propria ragazza. Così come la playstation e il birrozzo con gli amici.

Un vero uomo sarà sempre cosciente del fatto che camicie e sneakers nell'armadio non sono mai abbastanza. Bandite canottiere, mocassini e squallide pashmine in piena ondata di caldo.

Un vero uomo saprà capire che spesso per far capitolare una donna bastano due gocce. Di profumo, ovviamente. Scegliendo quello giusto sarà al 50% dell'opera.

"In amore vince chi visualizza e non risponde"- della serie, le storie-ai-tempi-di-whastapp. No. Un vero uomo saprà essere intrigante senza farsi desiderare, perché quella tecnica è un'esclusiva dell'universo femminile. E detto sinceramente, ci riesce anche meglio.

Un vero uomo non risponderà mai a monosillabi. Con l'emoticon sbagliata. Con un "ok". Inserendo "k" che manco alle medie. Non corteggerà nemmeno a suon di like. E non guardatemi con faccia scettica, perché vi assicuro che al peggio non c'è mai fine.

Un vero uomo sarà cosciente del fatto che le misure contano, eccome se contano. E risparmiatevi quelle risatine, perché sto parlando del cervello. Meno apparenza, più neuroni. Prendetela di testa e sarà vostra se non per sempre, per molto.

Un vero uomo non sentirà il bisogno di ostentare le proprie ricchezze, perché i soldi faranno anche ricco, ma è l'educazione che rende Signore. Inutile sottolineare che una vera Donna non si baserà mai sul conto in banca.

Le frasi dei baci Perugina andavano bene alle medie. Forse. E l'italiano, udite udite, è vostro amico! Un vero uomo saprà scrivere e parlare rendendo speciali parole semplici. Ma soprattutto un vero uomo non dirà a tutte la stessa cosa. Esattamente come un disco rotto che fa solo venire voglia di sbadigliare.

Gli zerbini non sono mai piaciuti, la "marcia in più" dello stronzo ha breve durata. Un vero uomo è prima di tutto intraprendente. E non credete a chi vi dice che basta farla ridere. Che la verità è che voi, in tutti questi anni, la bellezza delle dichiarazioni non l'avete ancora capita.



Forse non potrò essere definita la regina del tatto, ma questo sporco lavoro qualcuno doveva pur farlo.

martedì 16 aprile 2013

UNA CAMICIA BIANCA. E DUE GOCCE DI PROFUMO.

Che sia bianca. E larga. E un po' sbottonata, quel poco che basta per lasciar intravedere il reggiseno di pizzo che fa tanto novella Lolita. Innocente ma consapevole.

Portata così, con un jeans skinny e le Converse di sempre, tanto per ribadire che spesso l'eleganza è in grado di trovare la sua massima espressione nell'essenzialità. 
Oppure a gambe nude, indossata di prima mattina, con i capelli ancora alla ricerca di un senso e la faccia irresistibilmente assonnata. Tazza di caffè in mano, occhi che vanno lì, oltre la finestra, assaporando la bellezza di una giornata tutta da scrivere. Due gocce di profumo sul collo. Il corpo si lascia avvolgere completamente, perdendosi in quel candore sensuale ma mai volgare. E le maniche, le maniche arrotolate fino al gomito, lasciando così spazio e libertà alla leggerezza dei gesti.
Rubatela al fidanzato. O al papà. Che la prima regola che una ragazza dovrebbe imparare è che l'armadio di un uomo riserva sempre piacevoli sorprese. 
Un po' Audrey Hepburn in uno dei suoi risvegli in "colazione da Tiffany", un po' Serena van der Woodsen post notte brava. Un po' voi, nel vostro essere più profondo.
E siate spensierate. Frivole. Erotiche. Vestite di quell'intramontabile gusto classico in grado di risvegliare ogni senso.


Armatevi di una camicia bianca e sarete pronte a conquistare il mondo.


mercoledì 3 aprile 2013

SIATE. E SIATELO OGGI.



Siate misteriose, intriganti. E lasciatevi desiderare. Un po' come questa Primavera che più viene invocata più rimane timidamente nascosta dietro qualche nuvola di troppo.
Siate Dive, almeno per una notte, con una cascata di paillettes che coprono l'essenziale e le folte ciglia che sbattono al ritmo dei sogni. Rock, con gli stivaletti neri da motociclista e i capelli che prendono la piega che vogliono.
Romantiche, dotate di quella dolcezza che parte dal cuore e trova la sua massima espressione nei gesti. Leggiadre e eleganti e frivole, quanto basta per far roteare una gonna di tulle.
Coraggiose, quando si tratta di dar voce ad ogni singola sfaccettatura della propria anima.
Esibizioniste, capaci di ostentare quei sentimenti che, al contrario di ciò che si può pensare, non sono fatti per non avere voce.
Emozionali. Ed emozionanti. In ogni centimetro di pelle.
Razionali, attaccate a quegli schemi mentali che vengono annullati non appena il cuore viene rubato da un uomo. O da un paio di scarpe. Che si sa, l'amore ha mille sfaccettature.
Testarde.
Incazzate. Quando vogliono privarvi dei sogni, delle speranze, di quei piccoli progetti che identificano ciò che siete e sarete.
Pronte. Che sia per fare una valigia e partire, prendere il volo con la mente e le ambizioni. A perdervi: tra le pagine di un libro, in quelle frasi che rimangono incastrate lì, nella memoria.
Decise. Indecise. Struccate. Truccate. 
Leggere, nello spirito ma non nell'essere.
Ironiche. Ancor meglio autoironiche. Che spesso è proprio quello che manca per prendersi un po' meno sul serio.
Capaci di ridere, fedeli a quel sorriso che prima di prender forma sulle labbra riesce a trapelare dagli occhi. Brillanti, profondi, sinceri.
Passionali. Semplici ed erotiche. Che l'arte della seduzione, a discapito di ciò che si pensa, nulla ha a che vedere con la volgarità. 
Femmine. Qualunque sia per voi la femminilità.
"Maschiaccio", se l'occasione lo richiede. Buffe e anche un po' imbranate.
Amanti e amate. Innamorate. Di un uomo, di una borsa, della vita.
Consapevoli. Padrone, del vostro Destino, della vostra Felicità. Che spesso la cerchiamo per poi capire che si nasconde proprio lì, nelle piccole cose.







Siate tutto ciò che volete essere. E siatelo oggi, in un qualunque Mercoledì di Aprile. Perché il Lunedì appartiene solo alle diete rimandate. E alla pigrizia di uno spirito libero che sogna già il weekend successivo.



mercoledì 13 marzo 2013

UN PO' DI CARRIE, E NON SOLO

L'ho snobbato per anni, rifiutandomi categoricamente di guardarlo. Forse ero consapevole del fatto che se avessi ceduto anche solo una volta, non sarei più potuta tornare indietro. Ma ho sopravvalutato la mia tenacia.  

Ho capito di esserne diventata dipendente una sera, quando nonostante fossi già sotto le coperte e il sonno iniziasse a prender forma, ho trascinato il mio corpo dal letto al divano. Ed ho accesso la televisione. Al solo richiamo della sigla la mia stanchezza ha lasciato spazio ad un insolito risveglio mentale e per quaranta minuti ho seguito con magistrale attenzione ogni singolo passaggio. Da quella fatidica notte di tempo ne è passato, ma Lui è entrato a far parte della mia routine quotidiana, andandosi a incastrare perfettamente tra i miei impegni di studentessa e i miei doveri di piccola donna.





"Sex and the City" mi ha conquistata. E ho capito che al contrario di ciò che si può pensare, è una questione che va al di là di semplici apparenze. Oltre il paio di Louboutin che Carrie si concede dopo una delusione d'amore, oltre la sua cabina armadio che è entrata di diritto nei miei desideri più inconfessabili, oltre i lustrini, le feste patinate e gli uomini che si alternano come bambole in mano ad una bambina, oltre tutto questo c'è un mondo. E per me quel mondo è sancito da una complicità tutta al femminile che solo loro sono in grado di trasmetterti anche nel più piccolo dei gesti. Le guardi lì, sedute al tavolo di uno dei tanti ristoranti di New York, e ti senti subito parte di quel microcosmo rosa. Ti perdi nei loro discorsi, ti emozioni per le loro emozioni, gioisci, piangi, ridi. Più semplicemente ti appassioni. E ti ritrovi a chiederti quale sia il carattere a te più affine. Carrie con la sua sagacia, Miranda e la sua vulnerabilità sapientemente nascosta da un naturale cinismo, Charlotte armata della sua grazia e del suo essere così perfettamente tradizionalista, Samantha la spregiudicata, seduttrice e libertina. Ma perchè scegliere? La verità è che c'è un po' di Carrie, Miranda, Charlotte e Samantha in tutte noi. Dosate in maniera diversa, ma pur sempre presenti. Donne intraprendenti, dinamiche, dallo spirito forte e combattivo, in grado di parlare di intimità come uomini per poi mostrarsi femminili fino all'ultimo centimetro di pelle. Ma soprattutto leggere, nel loro approccio alla vita più profondo. Unite, nella loro amicizia così pura. E se c'è una cosa che vogliono insegnarci è quella di osare, andando a toccare nel punto più vivo i nostri sogni. Nessuna paura, nessun rimpianto, nessuna inibizione. Piuttosto il coraggio di lottare per un'ideale, la voglia di rincorrere ciò per cui vale la pena correre. E perché no, ci spronano anche ad innamorarci. Di un paio di scarpe, di un uomo, della vita. Purché sia un amore folle, smisurato, totalizzante, di quelli che seguono le leggi dettate dal cuore. Che si sa, la ragione evita spesso brutte sorprese, ma un'emozione vissuta è un regalo che ti porterai dietro per sempre.



Di tutti gli sbagli che ho fatto fino ad adesso, l'aver venduto l'anima a "Sex and the City" è stato decisamente il migliore. Grazie piccole grandi donne.

lunedì 11 marzo 2013

ODE AL MASCARA.

Mento tirato su quanto basta per prendere la mira, occhi fissi contro lo specchio, bocca socchiusa, mano ferma. E uno, due, tre, infinite passate. Fino a che le ciglia non riescono a raggiungere quel punto dettato dai tuoi pensieri. O meglio, desideri.

Posso rinunciare ai miei "ancora cinque minuti" nel letto la mattina. Alla piastra, nonostante i miei capelli siano mossi e poco clementi. Li raccolgo in una coda di cavallo e mi vesto della mia semplicità.
Posso uscire in tuta, evitare di spruzzare sulla mia pelle due gocce di profumo e decidere che il mio Sabato sera riuscirà ad avere un senso anche se non indosserò un paio di tacchi.
Posso evitare di mangiare carboidrati, lasciare in panchina (almeno per un po') l'immancabile passata di smalto rosso sulle unghie delle mani e fingere che il mio viso abbia un aspetto fresco anche senza l'aiuto del correttore.
Posso sfidare la sorte e non mettere la cover all'Iphone, bere il caffè senza il latte e evitare di fare shopping quando sono triste. Posso anche rinunciare al blush sulle guance, alla crema idratante, all'episodio di "Sex and the City" prima di andare a dormire che, per chi non lo sapesse, mi concilia il sonno.





Ma a Lui no.
Mai rinuncerò al suo nero intenso, alle sue morbide setole, al suo tocco magico.
Perché senza, sono un po' meno io. E mi sento nuda, svestita dei miei stessi panni. Un'anima frivola alla ricerca della sua vera essenza. 
E le ore della mia giornata, le mie emozioni, le mie sensazioni, le mie certezze di Donna, si racchiudono tutte lì. Per poi riversarsi su un dischetto struccante la sera, tra stanchezza e riflessioni.


Lasciatevi vestire da un mascara, tutto il resto è noia.

mercoledì 6 marzo 2013

SOGNO. ED AVRO'.

Una cena o un aperitivo, l'importante è che ci siano le amiche di sempre. Risate che si confondono con un bicchiere di vino, pettegolezzi che si perdono in sguardi complici.
I capelli bagnati e la salsedine sulla pelle e il segno del costume. E un caftano bianco in cui sprofondare mentre ammiro uno dei tanti tramonti estivi.
Le mattine con un risveglio lento, ponderato. Una lotta con il cuscino e le lenzuola. Il cappuccino sorseggiato in terrazza. Una brioche ripiena di marmellata. L'oroscopo di Paolo Fox che per me è veritiero solo quando annuncia notizie positive.
Una nuova canzone per cui perderò la testa. E con le cuffie nelle orecchie l'ascolterò fino a farla mia.
Nuovi inizi, nuovi emozioni. Farfalle nello stomaco, pensieri ballerini, l'intrigante tensione di un qualcosa che ancora non mi appartiene. 
Viaggi, tanti viaggi. Che siano in treno, in macchina o in aereo. E che possano insegnarmi a guardare il mondo con nuovi occhi.
Ambizioni per cui valga la pena lottare. Tacchi che siano all'altezza dei miei sogni e che mi portino lì, fino a sfiorarli con un dito. 
Cupcakes, preparati da me. Quell'irrefrenabile voglia di affondare le mani nella farina, impastare, lavorare, decorare. E sfornare cose buone, che sanno di semplicità.
Glitter, sparsi un po' per la casa o sopra qualche vestito. Per brillare, anche di giorno.
Chiamate inaspettate. Incontri casuali. Piacevoli ricordi. Emozioni da rincorrere. Perché loro se ne fregano del tempo, non si fermano mai.
Serate che si concludono così, con un paio di scarpe buttate in un angolo della stanza e i piedi nudi che trascinano il corpo verso il mondo dei sogni.
Un pranzo a base di sushi e che non manchi il té verde. Pomeriggi in cui la massima aspirazione sembra rimanere accoccolata sul divano a guardare un telefilm. Una scorpacciata di gelato. Uno chignon fatto così, un po' per caso, con l'abile leggiadria delle dita.
Una passeggiata tra le vie di Parigi. Tempo, per leggere e per leggermi. Perché spesso il segreto di tutto sta proprio lì, nel sapersi ascoltare. E perdonare, che non siamo mica nati per non commettere sbagli! 
La capacità di guidare il mio destino, per poi capire che lui è fatto per i deboli. E le migliori scelte non sono sempre quelle che vengono dal cuore, ma quelle che non calpestano la propria dignità.
La voglia di cantare, di ballare sotto la pioggia. Gli occhi pieni di speranze e un sorriso stanco ma felice. 
Un tubino nero che saprà rendermi sensuale ma non volgare. Capelli scompigliati dal vento. Voce per farmi rispettare, sempre. Smalto rosso sulle unghie delle mani. Un appuntamento dal parrucchiere, che cambiare è sempre cosa buona e giusta.

Sogno e avrò.
Ed ho solo vent'anni!







venerdì 1 marzo 2013

"MA AMO", PARTE DUE

Odio svegliarmi e non vedere il sole che si intrufola attraverso le fessure delle tapparelle, lì dove può. Lo smalto con i brillantini e le mani senza smalto. I tacchi troppo bassi. Le mezze misure. Gli uomini che giocano a fare gli sfuggenti, ignorando che quel ruolo è Donna. Il latte troppo caldo, che poi mi brucio la lingua e sono nervosa per il resto della giornata. La maleducazione. Chi si sente superiore, perché mai nessuna ricchezza ripagherà come l'umiltà. E chi parla senza cognizione di causa. Il rossetto che non segue alla perfezione il contorno delle labbra. I messaggi monosillabici. La stazione radio che fa partire la canzone più bella nel momento in cui stai parcheggiando. La pioggia, con annessi i miei capelli che ritornano ad essere mossi. Le canottiere, di qualsiasi tipo. Sui ragazzi poi non parliamone. L'incoerenza. La torta di mamma con troppo zucchero a velo. Quelli che "ma perché ti trucchi?". L'odore di incenso. I nervosi cronici, seguiti dai lamentosi cronici. Gli stivali indossati d'estate. Le case vuote e quelle con troppi mobili. I portafoto senza foto. Chi non canta perché dice di non saperlo fare: tutti possiamo cantare! E chi mi parla mentre guardo un telefilm; capire le dinamiche è un mio diritto inalienabile.



Ma amo Ashton Kutcher. Gli aperitivi sulla spiaggia, davanti al tramonto. Ridere fino a perdere il respiro. Il gelato gusto Oreo. E i messaggi d'amore, di quelli che rileggi fino a farli tuoi in ogni singola parola.









martedì 26 febbraio 2013

CREDO. IN QUESTO E NON SOLO.

Credo.



 


Credo nel sole e nei suoi poteri curativi. Perché la Felicità è una questione di testa. E di cuore.
Credo negli amici, quelli veri. Della serie che bastano le dita di una mano per elencarli ed un gesto per riconoscerli. 
Credo negli errori, negli sbagli che lasciano segni indelebili lì dove l'unica cura possibile è il tempo. O la cioccolata. 
Credo nei pomeriggi passati sotto le coperte, mentre fuori piove e la riproduzione causale dell'ipod finisce per proporti sempre Venditti. E tra parole recitate magistralmente miste ad esperienze di vita reale, le emozioni prendono forma.
Credo nei cambiamenti, nel coraggio di abbandonare certezze ormai consumate per lasciare spazio a sogni informi desiderosi di tramutarsi in concretezza.
Credo nei messaggi. Quelli lunghi, sentiti, scritti di getto e poi nascosti tra le bozze. E che siano d'Amore, perché la forza motrice non può che risiedere lì. 
Credo nelle farfalle nello stomaco, nelle mani che tremano e negli occhi che brillano. Nelle notti insonni passate ad aspettare un messaggio che non arriverà mai.
Credo in "Sex and the City", consapevole del fatto che in quelle quattro donne tutte pettegolezzi e frivolezze c'è un poi di noi. E tanto da imparare.
Credo nella sensualità di un maglione di cachemire color panna, nell'eleganza degli orecchini di perle che più sono piccole e più catturano l'attenzione.
Credo nel cappuccino sorseggiato al tavolino di un bar, mentre gli occhi trovano rifugio dietro la maestosità di un paio di occhiali e le dita giocano timidamente con i capelli. Che non manchi la brioche e che sia ripiena di marmellata.
Credo nelle mani che senza smalto per me non sono mani, nel mascara che ti fa occhi di gatta e non smetteresti mai di stenderlo. Nel rosa, nel sorriso che (non starebbe a me dirlo) è l'accessorio più bello che una donna possa indossare. 
Credo nelle sorprese, nel mazzo di peonie che metti lì, all'angolo della scrivania, e subito tutto ti sembra più leggero. Nel gelato mangiato d'inverno, sul divano, davanti ad una commedia americana. Nel bianco. Bianche le lenzuola, un dettaglio, il reggiseno di pizzo, un angolo della casa.
Credo nei sogni, che al contrario di ciò che si può pensare, non sono fatti per rimanere chiusi in un cassetto.