martedì 31 gennaio 2012

OLTRE ALLE GAMBE C'E' DI PIU'

Peccando di modestia, mi sono sempre reputata una ragazza abbastanza aggiornata in fatto di moda e trucchi. Iniziando a frequentare la palestra però mi sono resa conto che un particolare mi era completamente sfuggito: il "gym style". Pantaloni della tuta, maglietta semplicissima e capelli raccolti? Ma anche no. Magliettina, mutande,trucco alla Moira Orfei e capelli svolazzanti degni di una Pochaontas che corre libera tra gli alberi. Devo ammettere che l'inusuale abbigliamento della ragazza che si è presentata ad allenarsi così mi ha fatta pensare. E mi hanno fatta pensare anche le facce degli uomini presenti. Pensando e ripensando, mi è sorta una domanda: nell'era della ricerca, del progresso, dell'innovazione e del miglioramento, in che modo la donna si pone e si impone? L'impressione che ho avuto è che il corpo sia il nuovo strumento che si utilizza per fare strada ed avere successo. Lo si nota dalle notizie che si sentono tutti i giorni, dalle donne che si concedono per avere un lavoro, a quelle che pur di apparire in televisione sono disposte a mostrarsi in abiti succinti fino ad arrivare alle donne che addescano uomini solo per interessi economici. Ed è triste pensare che tutto questo stia avvenendo dopo anni e anni di battaglia per la parità dei sessi. C'era un tempo in cui la figura femminile era considerata solo in base ai lavori che svolgeva in casa. La donna procreava, la donna cucinava e la donna non aveva una propria identità, ma era un oggetto che solo una figura maschile poteva possedere. "Grazie" poi agli anni della seconda guerra mondiale, in cui gli uomini erano costretti ad allontanarsi dalle famiglie, dai lavori e dalle proprie case, la donna viene utilizzata come degna sostituta. Inizia a lavorare, inizia a portare soldi a casa, quella stessa casa che mantiene e sostiene. E si sa, una volta ottenuto un determinato diritto, è difficile dopo farne a meno. La donna ha preso consapevolezza di sé e delle sue capacità. Ecco perchè negli anni '60/'70 iniziano le prime proteste, i primi movimenti femminili e le prime battaglie. Caratteri forti, decisi e determinati che si sono uniti ponendosi un solo obbiettivo: essere considerati pari all'uomo. Ed ecco che le donne iniziano a rivestire un doppio lavoro. Da una parte rimangono casalinghe e mamme, dall'altra hanno la possibilità di esplorare settori a cui non avevano mai potuto accedere. La donna entra in politica, la donna si fa medico, avvocato e manager. Il mondo si tinge di rosa, un rosa che avanza inesorabilmente. Questa constatazione per ovvi motivi non riguarda i Paesi sottosviluppati, ma la mia riflessione è fatta sempre con un occhio che guarda verso i Paesi impostati su modello occidentale. Molti traguardi sono stati raggiunti e una volta raggiunto un obbiettivo quest'ultimo va sempre superato. Bisogna andare avanti. E invece il mondo delle donne sembra andare indietro. Perchè è vero che abbiamo ormai accesso a tutto, ma penso che sia importante capire come le cose le otteniamo. Dovremmo essere orgogliose di progredire grazie alle nostre capacità, grazie alle nostre attitudini e passioni. Invece ci ostentiamo a far uso di un corpo che, sono sicura, tanto lontano non ci porterà. E finchè non ci faremo valere, non potremo pretendere rispetto da un uomini che spesso continuano ad avere una mentalità da inizi '900. In tutto questo non voglio ostentare luoghi comuni e fare di tutto l'erba un fascio. Ci sono donne che hanno raggiunto l'eccellenza grazie a sforzi e duro lavoro. E sono quelle stesse donne che ammiro maggiormente. Penso per esempio a Luciana Litizzetto, che nonostante un corpo non da modella è stimata e apprezzata un po' da tutti. Ma penso anche a Oriana Fallaci, che per diventare la giornalista che è stata, il suo bel viso non l'ha mai utilizzato. Noi donne dobbiamo amarci di più, dobbiamo credere noi per prime in noi stesse. Perchè di doti ne abbiamo tante, tutto sta nel sfruttarle nel modo giusto. Solo così, un giorno, raggiungeremo effettivamente la parità dei sessi.

giovedì 12 gennaio 2012

LIVE YOUR LIFE






Quando leggo, sento parlare o vedo personaggi illustri, attori, scienziati, scrittori, filosofi, ricercatori, registi, pittori, provo sempre un certo senso di ammirazione e invidia. Queste sono indubbiamente persone che grazie alla passione e alla forza delle loro idee sono riuscite ad ottenere dei risultati che verranno ricordati nell’arco degli anni. E’ come se avessero già lasciato un’impronta di sè nel futuro. La loro vita potrà anche finire, ma loro vivranno nel ricordo dei loro cari  e nella genialità della loro arte. Sono del parere che tutte le persone dovrebbero riuscire a realizzarsi e fare della propria vita un’opera d’arte, come diceva l’esteta D’Annunzio. Può sembrare una constatazione banale, ma la vita che ci è stata donata è una sola: unica, irripetibile e inesorabile. Il tempo la scandisce e lui non è di certo un tipo che si ferma o torna indietro! Continua il suo percorso monotono e lento. Proprio per questo è necessario porsi degli obbiettivi e cercare di ottenere qualcosa. Non è necessario diventare famosi, ma è necessario essere soddisfatti del proprio percorso. Spesso ci facciamo così sopraffare dalla pigrizia che lasciamo che le giornate passino senza che noi abbiamo concluso niente di concreto. Spesso ci riproponiamo di dare vita a nuovi progetti, di intraprendere nuove avventure e altrettanto spesso quelle parole rimangono parole. E si sa, la forza delle parole non è forte quanto la forza dei fatti. Le parole se le porta via il tempo, I fatti rimangono lì, fermi e fieri davanti ai nostri occhi. Sarebbe un peccato accorgersi troppo tardi che tanti sogni non sono stati ascoltati, che ciò che realmente ci rende felici è stato lasciato in un angolino della nostra vita. Il segreto sta tutto nel prendere la propria passione, coltivarla giorno per giorno e vederla crescere e fruttare. E il vero risultato che da tutto ciò potremo ottenere non è la ricchezza, non è la celebrità, ma è la sensazione interiore di orgoglio. Perchè non c’è niente di più bello che potersi sentire almeno una volta orgogliosi di se stessi e delle proprie capacità. Solo le persone che riescono a raggiungere questo obbiettivo possono dire di aver vissuto veramente, le altre si sono limitate ad esistere.