giovedì 29 novembre 2012

SE FOSSE.

Un uggioso Giovedì di fine Novembre.







Se fosse un vestito sarebbe una camicia di jeans, sapientemente abbottonata fino al collo. E con sopra un maglione color crema, rigorosamente morbido e oversized. 
Se fosse un paio di scarpe sarebbe gli Hunter. Perchè i miei piedi amano perdersi dentro la loro pratica comodità e perchè io amo saltare nelle pozzanghere, come quando ero bambina e la pioggia non era altro che uno dei mie tanti pretesti per trasformare la quotidianità in divertimento.
Se fosse un cibo sarebbe la torta al cioccolato di mamma, appena sfornata. Calda e soffice. Sopra un velo di zucchero, una distesa di neve in una buia foresta. E perchè no, un pochino di panna non guasta mai.
Se fosse un oggetto sarebbe una candela, di quelle colorate e profumate. Di quelle che le accendi e nella stanza inizia a susseguirsi una danza di aromi, delicati nel loro leggero fluttuare. Il cervello si spegne, molteplici sensazioni fanno capolino.
Se fosse una città sarebbe Milano, la mia Milano. Affascinante nel suo vestito fatto di luci che annunciano un Natale alle porte e di voci e risate che non la lasciano mai dormire. Ma Lei è bella così: viva e frenetica.
Se fosse una canzone sarebbe "Let it snow", cantata da Michael Bublè. Perchè in fondo io sono qui ad aspettare. Non solo la neve, soprattutto Lui, il suo fascino e la sua voce. (Michael sposami).
Se fosse una stanza sarebbe il salotto. Il divano già pronto ad accogliermi e io che mi accingo a farmi coccolare con la mia fedele copertina di pile e la tazza di tè verde in mano.
Se fosse un pensiero sarebbe il progetto di una vacanza. Preferibilmente quella estiva, con gli amici, tra il corpo che cerca l'abbronzatura e la testa che necessita di spensieratezza.







Mi infilo il mio pellicciotto nero e mi avvicino alla finestra. Le gocce fanno gare di velocità sul vetro, più in là la pioggia cade incessantemente trasformando la città in una giostra di calma e malinconia. Io osservo, lasciando che i miei pensieri scivolino insieme al pacato pianto del cielo.

domenica 25 novembre 2012

SI', VIAGGIARE

Quelli innocenti di bambina; mantello per le più temerarie, vestito della mamma e tacchi in cui sprofondare per chi già da piccola aveva deciso di essere Donna. Uno, due, tre colpi di bacchetta accompagnati da una filastrocca magistralmente recitata ed ecco che nei gesti e nella fantasia iniziava a prender vita una storia tutta da interpretare. 
Quelli in cui senti che basta l'essenziale: passaporto, carta d'imbarco e tanta voglia di scoprire un mondo. Giornate dedicate alla scelta minuziosa di vestiti da portare, perchè quando si oltrepassa per più di qualche ora la soglia di casa tutto è indispensabile, ma la consapevolezza nel cuore che lo spazio in valigia va lasciato ai sogni. Sempre troppi, sempre desiderosi di essere ascoltati.
Quelli in macchina. Chiavi inserite, radio accesa, amica al proprio fianco. L'impulso di non fermarsi mai, nemmeno di fronte al tempo. Cercare di raggiungere qualcosa che non esiste o che forse esiste solo nella nostra mente. L'incoscienza di proseguire, con la strada che danza sotto le ruote e le risate che, calde e avvolgenti, tengono compagnia.






Quelli che lasci tutto il giorno lì, sopra il comodino, ma che puntualmente decidi di far ricominciare ogni sera. Corpo che si lascia intrattenere dalle coperte, tazza di latte e miele in una mano, pagine che scorrono freneticamente nell'altra. Tu che vieni catapultata esattamente dove la stanchezza aveva imposto di mettere un temporaneo punto, l'immaginazione curiosa che non ha più voglia di aspettare. Pronti, partenza, immergersi e via.
Quelli del caldo d'Inverno e del freddo d'Estate, inseguendo costantemente ciò che non c'è. Un piacere temporaneo che mai potrà sostituire la gioia di chi ha imparato che la Felicità ha voglia di esistere dove il tempo non può arrivare.
Quelli che non sono altro che un'esclusiva della mente. Passato che si intreccia con il futuro, un presente troppo spesso lasciato scorrere nella vana convinzione che possa gestirsi da solo. Le porte, le stesse porte che eri convinta di aver chiuso ma che in realtà avevi solo accostato. E si sa, è proprio nello spiraglio che riesce a trovar vita il pensiero più insidioso.
Quelli delle stazioni, dove non devi necessariamente saltare su un treno. Basta sedersi su una panchina e osservare. L'ultimo bacio di due innamorati, la lacrima per un addio, l'abbraccio di chi si ritrova dopo tanto tempo, il sorriso di due sguardi complici, una nipote che saluta i nonni, uno studente con lo zaino in spalla e la fatica nel cuore, una bambina che stringe la mano del papà. E tu perfetta spettatrice, ti perdi in storie che vorresti conoscere ma che puoi solo immaginare.







I viaggi da fare sono tanti. C'è chi preferisce farli da casa, chi li sperimenta nella propria città, chi irrefrenabile sente l'impulso di fare suo ogni singolo angolo terrestre. Qualunque sia il modo, che venga abbandonata la paura di perdersi. Perchè una volta provato il brivido dell'inaspettato, ecco che lì, in fondo alla strada, ritroverai te stessa.

mercoledì 21 novembre 2012

TANTI AUGURI "LITTLE SECRETS"

Una candelina, la prima. Virtualmente la soffio e in un attimo che vorrei rendere eterno, racchiudo un anno di me e del mio mondo.




A te, che eri un turbinio di pensieri che custodivo gelosamente in una delle tante cartelle del computer, a te, che con la forza delle idee e delle parole mi hai implorato di farti nascere. E hai preso vita. Da perfetta imbranata del web inizialmente mi limitavo a curare il tuo contenuto, che non era altro che la voce della mia timida anima, diffidente del mondo esterno. Ma tu non sei mai stato e mai sarai un essere: tu sei un divenire. E in quanto divenire mi sono preoccupata di farti crescere, con amorevolezza e dedizione. Mi hai teso la mano, ci siamo fatti compagnia e sei riuscito a diventare il mio confidente più prezioso, forse l'unico in grado di capire le mie innumerevoli sfaccettature spesso difficili da spiegare. Ci assomigliamo, siamo nati sotto lo stesso segno e sotto lo stesso cielo di sogni e speranze. Siamo frivoli, nella nostra essenza più profonda, e ci piace rimanere in bilico tra giochi di bambina desiderosa di conoscere il mondo e ambizioni di una piccola donna che cerca di trovare la sua strada. Amiamo il rosa in ogni sua sfumatura, quasi fosse la perfetta rappresentazione del nostro essere tutto e niente e amiamo la quotidianità, quella semplicità che sa di mani che si sporcano di farina, ore interminabili davanti all'armadio nella vana speranza che sia lui a dirci cosa indossare, due gocce di profumo che non sono mai troppe e mai poche. 






Io golosa, tu forse più di me; di dolci, quelli belli da vedere e da mangiare, di conoscenza, di viaggi che non sono mai abbastanza, di sentimenti che si nascondono dietro gesti da interpretare, di emozioni che ci imponiamo di trasmettere. Noi siamo insaziabili. Poi c'è la Moda, il nostro legame viscerale e carnale, quello stesso legame che ci porta a commentarla, plasmarla, adattarla a ciò che noi siamo e non a ciò che dovremmo essere secondo i temporanei capricci delle tendenze. E non pretendiamo nemmeno di imporla, perchè a noi piace tutto ciò che è diverso, quelle piccole ma importanti libertà di espressione che tornano a ribadire che ognuno ha il suo personalissimo modo di mostrarsi agli altri. Siamo anche femminili e riusciamo a perderci per ore nel nostro segreto universo che è Donna. Ci incantiamo di fronte  al tulle, tanto tulle, dolce ricordo delle mie lezioni di danza classica e i brillantini ci affascinano, che siano racchiusi leggeri ed eterei in un barattolo o che siano magistralmente posati sopra un paio di tacchi. Non ci fermiamo mai per il semplice fatto che ci lasciamo travolgere da ogni singolo evento, perchè per noi niente è superfluo e amiamo dare anche al più piccolo degli elementi il suo valore. Sembriamo quasi paladini di una realtà talmente evidente che troppo spesso finisce per essere ignorata: noi invece vogliamo raccontarla. 






La verità è che io e te siamo una cosa sola, ma oggi è il tuo giorno ed ho voluto celebrarti attraverso ciò che più ci rappresenta, con la speranza che tu possa crescere sempre di più. Mano nella mano continuiamo a camminare insieme, con il sorriso nel cuore e la voglia di nutrirci delle piccole emozioni che riusciamo a regalare.
Tanti auguri "Little secrets".

domenica 18 novembre 2012

LUNEDI'. QUESTO LUNEDI'.

"Chi ben incomincia è a metà dell'opera", allora godiamoci questo Lunedì. Non lo scorso, non il prossimo, esattamente questo. 






Suona la sveglia e la coperta con il suo inconfondibile abbraccio decide di coccolarmi ancora un po', cinque minuti almeno. Il cuscino non si nega e rimane lì, dove i capelli si sono posati.
Caffè, latte e tanta schiuma. Tre fette biscottate e l'aroma di albicocche che in una danza di odori prende vita dal barattolo di marmellata appoggiato sul tavolo di legno antico.
Il mascara nuovo. Nero, intenso, profondo. E gli occhi che diventano un mare in cui tuffarsi, un abisso di sentimenti e ricordi celati.
Il maglione di sempre, lana intrecciata che si snoda in un collo avvolgente e in due maniche larghe dove le timide mani riescono a trovare rifugio.
Per una volta nessuna corsa, che venga abbandonato il frenetico susseguirsi di passi che contro qualsiasi volontà trascinano il corpo fuori dall'amorevolezza della casa. Borsa in spalla, movimenti pacati e camminare; assaporare ogni metro percorso, provare il piacere di avere in mano una Città che troppo spesso lasciamo che scorra senza di noi.
Finalmente lo sciarpone, pezzo di stoffa grande, immenso, in cui il viso si nasconde, perchè le luci del mattino non sono mai così clementi nei confronti di una notte che ancora riposa su ogni centimetro di pelle. E l'aria pungente colpisce lì dove può: le guance si fanno rosse, gli occhi brillano.
Un posto, l'unico posto sull'autobus. Sedersi. Il corpo dorme, il cervello inizia a carburare, cuffie nelle orecchie, musica che entra in circolo, sguardo che oltrepassa la siepe creata dal vetro per tuffarsi nel turbinio di macchine che sfrecciano in una strada di cruda realtà.
Incontri, incessante incalzare di volti persi nella voragine di pensieri scanditi dalle lancette ma non dalla libertà, bocche serrate, corse contro il tempo.
Altri incontri, finalmente facce amiche. Il rassicurante sorriso di chi è lì per tenderti la mano, un piacevole amalgamarsi di voci volte a creare la perfetta colonna sonora di una giornata di straordinaria quotidianità.
Tanto tulle, tripudio di brillantini e che lasci spazio in quei punti in cui la pelle ha un tocco sensualità in più: questo il vestito che la creatività progetta non appena si attiva attraverso una casuale fonte di ispirazione. 
Viaggi. Viaggi da fare, viaggi da sognare, da progettare, viaggi della mente, del ricordo, del futuro.






La vita è fatta di attimi. Puoi lasciarli in balia dello scorrere del tempo, in un flusso di azioni che ti aiuteranno a sopravvivere, oppure puoi decidere di dominarli, gustandoli nelle loro imprevedibili mutazioni. Non ieri, non domani, semplicemente oggi: in un assopito Lunedì mattina di metà Novembre, puoi decidere di iniziare a vivere.

venerdì 16 novembre 2012

MA AMO.

Odio la sveglia, ancor di più odio la sveglia del Lunedì mattina e preferisco non proferir parola su coloro che con invidiabile coraggio tentano di strapparmi dalle braccia di Morfeo anche solo un minuto prima del suo suono. Odio i biscotti rotti e le frasi dette a metà, tutti quei piccoli frammenti di realtà che sono in grado di lasciarmi in balia di un senso di incompletezza. Odio essere così stanca da non riuscire ad addormentarmi, con il corpo che stremato scivola lentamente sotto le morbide coperte e i pensieri ballerini che al contrario vanno a scavare negli angoli più remoti. Odio la biancheria spaiata e i capelli non curati, lo smalto steso male e il trucco che non c'è. Odio le frasi di circostanza e le parole non dette, entrambi casi in cui il nulla regna sovrano, l'anima si svuota e ciò che rimane è la consapevolezza che spesso un silenzio pesa più di qualsiasi assenza. Odio le calze color carne e coloro che le indossano ignorando completamente che non ci sarà mai niente di più sensuale delle gambe nude che timidamente fanno capolino dal vestito. 






Odio San Valentino e la sua presunzione che un mazzo di rose rosse e una scatola di cioccolatini possano celebrare Lui, l'Amore, che al contrario si nutre di gesti inaspettati, attimi lunghi una vita e baci rubati sotto la prima neve della stagione. Odio le donne senza sogni irrealizzabili e il loro quadrato razionalismo che le spinge ad arrendersi ad una realtà che arricchita con l'abile penna della fantasia sarebbe più bella. Odio chi segue la Moda in ogni sua mutevole trasformazione, diventandone schiava, perdendo il senso del giudizio, ma soprattutto dimenticando che lo Stile deve regnare sovrano e il gusto personale non si tocca. Odio la maleducazione e l'opportunismo, odio quella strana convinzione che le proprie ambizioni possano essere raggiunte senza sforzo, impegno e amorevole dedizione. Odio i giorni di pioggia e il mio essere metereopatica, con l'umore che si cambia d'abito a seconda dei capricci del cielo che, tra aspettative mancate e sorprese improvvise, riesce sempre a dettare legge. Odio la batteria dell'iPhone che puntuale come un orologio svizzero viene a mancare quando strettamente necessaria, whastapp che litiga costantemente con il wifi iniziando una lotta che vacilla tra il "connesso" e il "non connesso", quei messaggi nonchè lunghi papiri di vitale importanza che faticano ad essere inviati. E forse odio anche essere così schiava della tecnologia, perchè la verità è che le parole che ho stampate nel cuore portano il suono delle voci delle persone a cui voglio bene e i ricordi che mi tengono compagnia sono il riflesso di sguardi che non potrò mai dimenticare. 





Odio il caffè senza il latte, un eccesso di profumo che mi fa perdere il contatto con il sapore della realtà e il braccialetto che puntualmente tira il filo al maglione di lana.



Ma amo i muffin, l'atmosfera natalizia, l'uso del congiuntivo. E sì, Leonardo di Caprio. Ai tempi d'oro. Caschetto biondo e sorriso accattivante.